Nuovo Cda della Muzi Betti di Città di Castello

È composto da Marco Savelli, riconfermato presidente, Antonio Fiorucci, Letizia Dori, Loriana Grasselli e da Agnese Dini, che subentra a Dario Pellegrini. QUESTO è il nuovo cda dell’Opera Pia Muzi Betti di Città di Castello siglato questa mattina. “Abbiamo proceduto ad un rinnovo nella continuità essendo positivo il giudizio del lavoro svolto nel precedente mandato soprattutto rispetto alla messa in sicurezza della struttura e alla riqualificazione complessiva del servizio erogato” ha dichiarato il sindaco Bacchetta, unitamente all’assessore Ciubini, al momento della firma. Per i due amministratori “L’equilibrio economico è buono, le prospettive solide: ci sono tutti gli elementi per continuare a lavorare guardando al futuro”. Il presidente Savelli ha, dalla sua, ringraziato l’Amministrazione comunale e la Regione ricordando come l’ente ha una capienza di 90 posti, negli ultimi mesi mai coperti fino in fondo, per quanto riguarda gli anziani non autosufficienti e dodici posti, di cui sei in convenzione con la Usl per i disabili adulti, che invece sono al completo. La Muzi Betti è, nella sua tipologia, una delle strutture più grandi della Regione: vi lavorano oltre 70 persone tra dipendenti diretti e operatori della cooperativa La Rondine. “In questi quattro anni abbiamo riqualificato gli addetti e li abbiamo formati su tematiche specifiche” ha detto il presidente. L'apertura della Comunità Alloggio è un esempio di come rispondere alla domanda di salute e di cura sia sempre vantaggioso: grazie al Lion tifernate siamo riusciti ad inaugurare la struttura e a riportare a casa i sei adulti disabili; i sei posti non convenzionati sono utilizzati per ricoveri di sollievo per chi tiene il proprio congiunto disabile adulto in casa”. “Rispetto al futuro” ha concluso il presidente “Muzi Betti ha bisogno di adeguamenti interni per elevare ancora il servizio e lo standard della struttura. Si pensa così di far alienare dei cespiti patrimoniali per ottenere le risorse per ridefinire gli spazi della comunità alloggio, ristrutturare la parte della morgue, suddividere le aree comuni secondo parametri più di dettaglio”.