Si prevede un 2005 nero per l'olivicoltura in Umbria e soprattutto nell'eugubino. Questo almeno è quanto sostengono le associazioni di categoria che rilevano come mentre il 2004 sia stato un anno particolarmente favorevole, che in tutta l'Umbria ha fatto raccogliere la bellezza di 125 mila quintali di olive, contro una media che si aggira intorno agli 80 mila, nel 2005 la previsione è di una flessione almeno del 60% rispetto al dato dell'anno scorso. A Gubbio, dove le aziende che producono olive sono circa 300, la situazione sarebbe ancora più drammatica. La Coldiretti parla addirittura di un calo di produzione rispetto al 2004 calcolabile intorno all'80%. A incidere sulla produzione eugubina sarebbero state non solo la mancanza di altre varietà di olivi, ma anche le condizioni climatiche, che - come sottolineano alla Cia - quest'anno, con le abbondanti nevicate e le basse temperature anche nel periodo primaverile, avrebbero penalizzato la fioritura delle piante, slittata dalla fine di maggio ai primi di giugno. Con il calo di produzione che ci si aspetta è prevedibile anche un aumento dei costi dell'olio. Si parla già di un prezzo attorno agli 8 euro al Kg, anche se di questo si potrà essere più certi solo dopo la raccolta, che almeno a Gubbio, non dovrebbe iniziare prima del 25 di Novembre; per Santa Caterina, come tradizione vuole. Sul fronte invece della produzione a Denominazione di Origine Protetta la zona di Gubbio dovrebbe rientrare nella fascia del Dop di Assisi -Spoleto, ma a quanto pare sul territorio eugubino non ci sarebbero oliveti in grado di produrre olio di questo genere. Un disciplinare impone infatti che per produrre tale olio Dop debbano essere utilizzate specifiche varietà di oliva, tra cui un 60% di "muraiola" - specie che conferisce all'olio un gusto amaro e piccante - quasi assente sul territorio eugubino.