A Bruxelles presenti oltre mille agricoltori umbri apparteneti a Confagricoltura, con a capo il presidente regionale Guido Vivarelli Colonna. A Bologna circa cinquecento imprenditori guidati dai presidente di Perugia, Marco Caprai, di Terni, Stefano Grilli, e di Orvieto, Roberto Poggioni. Una giornata, quella di oggi, di mobilitazione a tutto campo per la Confagricoltura presente a Bruxelles sotto la sede del Consigio Europeo, dove si deciderà il futuro del settore Tabacchicolo, e a Bologna per lanciare l’allarme sulla tenuta del sistema agricolo. Il settore primario, ora più che mai, è alle prese con il crollo generalizzato dei prezzi dei prodotti, dai cereali all’olio di oliva, dalla carne al latte. Aumento dei costi di produzione, macchine, carburanti, fertilizzanti, fitofarmaci. Mancati interventi sul fronte della previdenza, del fisco, delle assicurazioni, del credito, della semplificazione burocratica, dell’energia. Motivi che hanno spinto Confagricoltura a manifestare il malessere dei propri agricoltori. Il titolo della manifestazione bolognesa, organizzata in maniera autonoma da Confagricoltura, è “Noi: la terra. Noi: le imprese”. La terra e le imprese, infatti, sono un binomio indissolubile. L’agricoltura è imprenditorialità e richiede una visione imprenditoriale dei problemi da affrontare. E’ in gioco il futuro delle imprese agricole. I tagli al bilancio dell’agricoltura saranno del 10,3 % per la spesa corrente e del 25,9% della spesa in conto capitale. A ciò si aggiungono i tagli alle risorse del ministero per le Politiche agricole di un quarto delle dotazioni finanziarie (-459 milioni di euro). Tutto ciò si traduce in minore capacità di intervento su numerosi capitoli di spesa e sul funzionamento della complessa macchina amministrativa. Confagricoltura ha sottolineato come nella Finanziaria 2009 mancheranno circa 500 milioni di euro attesi dal settore agricolo per il fondo di previdenza nazionale, per le assicurazioni per calamità naturale ed il mancato rifinanziamento del fondo di solidarietà nazionale, per il piano irriguo. Non si tratta di politica ma di sopravvivenza in tempi di crisi e di tutela delle aziende.
19/11/2008 17:41
Redazione