A Totò, al secolo Antonio De Curtis, principe della risata, è stato dedicato il recital “Omaggio a Totò”, per la regia di Paolo Pirani, che che lo scorso fine settimana ha fatto risuonare le ampie volte dell’Auditorium San Domenico delle inconfondibili sonorità della canzone napoletana. Un affresco palpitante di miseria e grandezza che aveva il non facile obiettivo di far conoscere, in modo appassionato e appassionante, l'anima complessa, vitale e inesauribile di una grande città e del suo popolo. Lo spettacolo è incentrato sulla celebre canzone classica napoletana ma anche sulle poesie di Totò, sempre in bilico tra malinconia e nostalgia, tenerezza e ironia. Applaudito in tutto il mondo, definito il "Picasso del sorriso", Totò, come tutti i comici, smessa la maschera di scena, aveva una piega triste nel sorriso. Lui, il giullare dalla mascella deragliata, lo ripeteva spesso: “Io so a memoria la miseria e la miseria è il copione della vera comicità. Non si può far ridere se non si conoscono bene il dolore, la fame, il freddo, l'amore senza speranza e la disperazione della solitudine...". Un itinerario all’ombra del Vesuvio tra melodie evergreen e versi immortali. Da “I te vurrìa vasà” a “Torna a Surriento”, Antonio Siano, cantante e chitarrista, ha commosso il pubblico che in molte occasioni non ha resistito alla tentazione di canticchiare l’orecchiabile ritornello delle napoletanissime canzoni. La seconda parte dello spettacolo si è aperta e chiusa con due classici, La Malafemmena e O surdate nnamorate. Ma c’è stato anche spazio per la lirica con la declamazione delle poesie napoletane. Una su tutte, quella che meglio sintetizza lo spirito partenopeo, “A livella…”, declamata da Giancarlo Rotili, voce recitante dello spettacolo. Un’incursione nella napoletanità, quella offerta dalla compagnia teatrale "Il Poeta Totò" (sodalizio artistico che nasce nel 1984), che ha strappato un sorriso vero, di quelli di pancia, agli spettatori, di numero purtroppo modesto, che si sono fatti conquistare dalla incomparabile mimica e dalla profondità spesso misconosciuta del compianto Totò.
13/02/2007 09:34
Redazione