Par-condicio culinaria. E' la prelibata "porchetta" la regina indiscussa della campagna elettorale

Campagna elettorale e gastronomia vanno a braccetto. La prelibata “porchetta” (il prelibato trancio di maiale arrosto) e’ senza dubbio la regina indiscussa di questa ultima tornata elettorale amministrativa. Non c’e’ dibattito e iniziativa pubblica, confronto programmatico che non si concluda immancabilmente di fronte ad una fumante ed invitante porchetta preparata a dovere da maestri norcini. Una presenza cosi’ costante tanto da ingenerare amletici interrogativi: ma la porchetta’ e’ di destra o di sinistra? “E’ un piatto, uno spuntino che non ha colore politico – tuona Dante Renzini, affermato imprenditore del settore – dopo ogni dibattito politico anche il piu’ acceso, di fronte ad un panino caldo con tranci di porchetta appena affettata, la contesa elettorale si stempera e per qualche istante le divisioni partitiche scompaiono”. “Da nord a sud del comprensorio altotiberino, prima con le elezioni politiche e poi con le amministrative di Citta’ di Castello – prosegue il popolare “mastro Dante” – diversi candidati a sindaco ed esponenti politici di tutto l’arco parlamentare hanno fatto ricorso a questo genere di spuntino per concludere nel migliori dei modi un dibattito pubblico o un’iniziativa elettorale”. Dopo il processo al prosciutto, che ha sancito qualche mese fa a Norcia l’assoluzione piena di questo prelibato prodotto rigorosamente “doc”, ora tocca alla porchetta essere completamente riabilitata all’insegna della piu’ trasparente par-condicio culinaria. “