“Non ti preoccupare, che io e mio padre ti ripaghiamo tutto”. Questo avrebbe detto Giorgio Mosca a Tiziano Palicca la sera del 7 Maggio 2021, giorno dell'esplosione della “Green Genetics” di Canne Greche a Gubbio. Palicca, proprietario di una parte dello stabile di Via del Masaccio, è stato uno dei teste più significativi della settima udienza che si è svolta nell'aula “Goretti” della Corte d'Appello di Perugia e legata al processo sull'azienda che trattava cannabis light con lavatrici ad ultrasuoni alimentate a pentano, causando il decesso di Samuel Cuffaro ed Elisabetta D'Innocenti e il ferimento di Alessio Cacciapuoti e Kevin Dormicchi. Uno stabile, come ricostruito in aula, il cui atto d'acquisto è stato fatto proprio con Giorgio Mosca, titolare dell'adiacente edificio adibito a trimmatura e laboratorio e imputato nel processo assieme ai titolari “Green Genetics – Greenvest” Alessandro e Luciano Rossi, Gloria e Gabriele Muratori. “Mosca mi ha detto che gestiva lui tutto perchè iniziavano a girare parecchi soldi” ha riferito Palicca dinanzi alla corte d'Assise rispondendo ai quesiti del Pm Gemma Miliani e degli avvocati Ubaldo Minelli, Mario Monacelli, Francesca Pieri, Monica Bisio, Paolo Cicoria e Aldo Poggioni, chiarendo che i suoi rapporti con Mosca sono terminati proprio la sera dell'esplosione su quella rassicurazione di risarcimento danni. “Pensa a chi è sotto le macerie” gli ha risposto Palicca che poi, il giorno del sopralluogo, dopo aver risposto dinanzi allo stabile ad alcune domande di un rappresentante delle forze dell'ordine ha notato lo stesso allontanarsi a parlare proprio con Mosca.
Tra i teste odierni anche il medico del lavoro, il dottor Francesco Pierotti che su precisa domanda dell'avvocato Ubaldo Minelli ha ammesso di aver fatto le visite mediche per l'idoneità ai nove dipendenti Green Genetics in assenza del documento di valutazione dei rischi, perchè l'azienda stessa ne era sprovvista. Inoltre è emerso anche che le visite mediche sono state fatte solo dopo alcuni mesi dall'inizio dell'attività lavorativa.
Ad affermarlo anche due ex lavoratrici dell'azienda che hanno deposto in aula, Valentina Carrozzi e Arianna Cappannelli. “Sapevo dell'esistenza di un laboratorio ma non cosa facessero” ha dichiarato Valentina che operava al piano inferiore alla trimmatura, procedura che aveva subito uno stop lavorativo nel mese di Aprile 2021 per ragioni di natura economica. Valentina ha ricordato che Alessio Cacciapuoti fu spostato al piano superiore ma “ci disse di non poter dire nulla di ciò che veniva fatto nel laboratorio”. Anche Arianna, dopo aver iniziato negli uffici amministrativi in via del Risorgimento, si è poi occupata della fase di trimmatura, spiegando che al momento della firma del contratto nel documento dichiarava di non poter parlare dell'attività lavorativa con gente esterna all'azienda. Sempre Arianna ha fatto sentire in aula un messaggio vocale inviato da Elisabetta due giorni prima della tragedia in cui gli diceva di non poter lavorare perchè un macchinario si era rotto, macchinario poi riparato il giorno successivo da Alessandro Rossi per far riprendere la produzione all'indomani dell'esplosione. Relativamente allo stop lavorativo, sempre Cappannelli ha raccontato di aver chiesto a Mosca se ci fossero davvero delle ragioni economiche alla base: Mosca gli ha fatto vedere una busta contente un assegno affermando che quello era il secondo prestito che faceva in poco tempo ai titolari. Arianna ha ricordato anche le difficoltà incontrate nella prima verbalizzazione alle forze dell'ordine tanto da dover ripetere più volte del macchinario rotto e dell'assegno mentre gli veniva ripetutamente richiesto della trimmatura, tanto da essere poi sentita di nuovo mesi dopo sempre dall'arma dei carabinieri per una seconda deposizione.
Sentita anche Anna Dolores Caimi dell'azienda “Ilario Ormezzano” da cui venivano i fusti di pentano oltre a due agenti della Guardia di Finanza: Enrico Fermentini delle fiamme gialle di Perugia che ha parlato di un pacco postale della Green Genetics scovato da un'unità cinofila con cannabis che, dopo l'analisi effettuata da un istituto chimico di Vienna, è risultata essere ben oltre il limite di legalità(1.4, con limite a 0.6) segnalando così la detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio. Da qui è partito l'accertamento effettuato dalla compagnia di Gubbio che il 5 maggio 2021, come raccontato dal fiannziere Nicola Manlio Pellizzi, per la prima volta veniva a conoscenza dell'attività assumendo la documentazione nella sede di via del Risorgimento. Prossima udienza giovedi 21 marzo
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Gubbio/Gualdo Tadino
15/03/2024 16:01
Redazione