La pioggia di questi giorni ha pulito l'aria che in alcune zone dell'Umbria si era fatta pesante. Non parliamo di quella di città come Magione, Amelia, Orvieto e Gubbio, ma in particolare di Perugia e Terni che hanno registrato numeri in rosso per le PM10, le polveri sottili più nocive. Nel capoluogo infatti, secondo l'aggiornamento ufficiale di Arpa del 22 dicembre scorso, la centralina di Ponte San Giovanni ha sforato il limite giornaliero di legge di 50 microgrammi al metrocubo. Ma è il ternano a segnare numeri più preoccupanti, con superamento dei limiti nelle centraline di Le Grazie, Carrara e Borgo Rivo (con valori rispettivamente di 68, 70, 72). Non va meglio a Narni Scalo (con 66) e a Città di Castello (con 75); il risultato peggiore lo segna tuttavia Foligno con 76 per la centralina di Porta Romana. Oltre agli sforamenti giornalieri, Arpa conteggia anche quelli annuali per le PM10 che vengono superati solo da Terni Maratta per 45 volte oltre il limite consentito dalla legge di 35. Tutte le altre stazioni della regione restano nella norma. Se estendiamo l’analisi delle PM10 nel corso di tutto l’anno 2021, Terni, Narni, Città di Castello e Foligno risultano le città umbre con i più alti valori di polveri fini. Mentre Gubbio rimane una delle città con la qualità dell’aria migliore. I dati di Arpa per il mese di dicembre sembrano confermare le analisi emerse dall'ultimo aggiornamento del Piano Regionale per la Qualità dell'Aria richiesto dalla Giunta Regionale all'agenzia con la Delibera n.741 del 28 luglio scorso: criticità si rilevano in particolare per Città di Castello, Foligno, Perugia e Terni. Per le fonti di inquinamento da PM10 i dati indicano che il 76% delle emissioni di polveri sottili sia da addebitare a impianti di combustione residenziale. L'8% va imputato ad allevamenti di bestiame, il 7% si deve al traffico e ai trasporti e appena il 4% a processi di combustione industriale.