Ramadan e lavoro: la Cgil teme discriminazioni

È stato creato da parte della associazioni Inail, Usl Umbria, Cesf, ConUp e Gised un vero e proprio vademecum di nove suggerimenti rivolto ai datori di lavoro che utilizzano dipendenti di religione musulmana. Il problema, è sorto poiché la percentuale di lavoratori di religione islamica proprio in questo periodo dell'anno, fra il 28 Giugno e il 27 Luglio, sono soggetti al Ramadan, digiuno che deve perdurare dall'alba al tramonto, fatta eccezione per anziani o donne in stato di gravidanza. Il Ramadam quindi, potrebbe comportare dei rischi per il lavoratore, che vanno prevenuti dal datore di lavoro attraverso nuove pratiche. Ma non tutti sono d'accordo però sulla realizzazione di tale Vademecum; e infatti, la Cgil, su tale progetto, ha posto il suo “veto” già dalla prima regola, quella che riguarda la verifica del numero di praticanti del Ramadam: infatti secondo la Cgil, chiedere ad una persona quale religione professa potrebbe essere discriminatorio. Una simile iniziativa per la prevenzione dei lavoratori di religione islamica, era stata indetta da Hedi Khirat, delegato Cgil provinciale e di origine magrebina, che aveva concordato con un'azienda metalmeccanica di Gualdo di far coincidere il giorno libero con l'ultimo del Ramadam. Da notare che in questo tipo di iniziativa la prima regione a farsi promotrice è stata l'Umbria.