Il contesto socio economico dell’Umbria dopo il lungo periodo di oblio legato al lockdown era in parziale ripresa, chiudendo peraltro il bilancio del 2021 col segno più, grazie al progressivo allentamento delle restrizioni adottate per contenere la pandemia e la graduale ripresa della domanda interna. Lo scoppio del conflitto bellico in Ucriana e i conseguenti rincari energetici sono stati però esiziali per una completa ripresa, pesando molto di piu sull’Umbria che sul resto d’Italia. Questo quanto emerge dal nuovo Rapporto sull’economia dell’Umbria della Banca d’Italia, presentato da Miriam Sartini, direttrice della filiale di Perugia di Banca d’Italia e dagli economisti Paolo Guaitini e Daniele Marangoni. "Gli aumenti - nota Sartini – sono destinati ad avere riflessi rilevanti sull’economia umbra che presenta un consumo di energia di famiglie e aziende per unità di Pil tra i più elevati in Italia, per la presenza soprattutto di imprese più energivore. Anche l’impatto del blocco delle vendite verso le aree coinvolte nel conflitto dovrebbe essere più marcato rispetto al resto del Paese per l’elevata quota delle esportazioni regionali che vi sono dirette". "L’Umbria - prosegue Sartini – avrà degli impatti forse più rilevanti sia in termini di margini reddituali delle imprese che di potere d’acquisto delle famiglie. Questo quadro di incertezza che si è generato agli inizi del 2022 che ha cambiato repentinamente le prospettive di congiunturali di crescita, che comunque a fine 2021 erano ottimistiche, avrà delle ripercussioni anche sui consumi proprio per peggioramento del clima di fiducia, senza contare poi l’aumento dell’inflazione e chiaramente all’inizio nel 2022 anche le strozzature dal lato dell’offerta a livello globale hanno ostacolato l’attività manifatturiera". Per Sartini, inoltre, da tenere in considerazione c’è anche la questione dell’aumento dei contagi Covid che in Umbria, ad inizio 2022, è stato più pronunciato che nel resto dell’Italia, cosa che ha inciso sulla spesa per servizi. Come per l’economia italiana che ha la possibilità di superare le difficoltà che impediscono lo sviluppo, anche per l’Umbria in questa fase «diventa più che mai indispensabile sfruttare l’occasione del Pnrr per incidere sui fattori di debolezza.