Un punto preso, il primo della stagione conquistato in trasferta, ma almeno due gettati alle ortiche. La sconfitta per 2-3 patita dalla Sia Coperture San Giustino al Carisport di Cesena lascia molto amaro in bocca all’intero staff biancazzurro, se soltanto si pensa che il primo e il terzo set sono stati persi dopo che la squadra era avanti in entrambe le circostanze per 24-21 e che i due vinti hanno fatto registrare un punteggio alquanto netto. Un pizzico in più di attenzione e la Sia Coperture sarebbe potuta benissimo tornare a casa con in tasca il bottino pieno, al termine di uno scontro diretto che alla fine è durato quasi 2 ore e 20 minuti. Il punto riportato dalla Romagna ha l’unico potere di muovere la classifica dopo tre ko di fila (nonchè di tenere proprio il Cesena appena una lunghezza sopra) e sta a dimostrare che comunque sul piano della tenuta mentale e della determinazione la squadra ha compiuto un passo in avanti, ma insegna che nella pallavolo nulla è deciso fino a quando non cade l’ultimo pallone o non si realizza l’ultimo punto. Ne’ l’assenza pesante di Gloria Lisandri e le condizioni fisiche di una Camilla Cornelli che ha resistito fino alla parte iniziale del quarto set, per poi lasciare il posto a una Giada Marinangeli adattata nel ruolo di opposto, possono giustificare più di tanto l’occasione comunque persa per dare la sterzata che serviva anche sul piano psicologico. Se andiamo a leggere i numeri della partita, San Giustino ha le percentuali migliori nei vari fondamentali ma alla fine ha vinto Cesena, il cui merito è stato quello di saper gestire meglio le situazioni di difficoltà, facendo leva alla banda sulla solita Martina Brina (13 punti ma un 60% di prolificità) e su altre tre atlete in doppia cifra: le schiacciatrici Silvia Leonardi e Nui Calisesi e la centrale Alice Piolanti. Sul versante sangiustinese, è stata ancora Valentina Barbolini la più pericolosa in attacco, con 18 punti e un eccellente 58% di realizzazione, ma anche Camilla Cornelli, Francesca Rosa, una Giulia Bartolini più efficace e il capitano Martina Spicocchi sono riuscite ad andare sopra quota 10, senza però dimenticare che i bottini personali debbono essere poi rapportati con i cinque set disputati. Il primo set aveva visto la Sia Coperture arrivare a un massimo vantaggio di +6 (13-7), con il tentativo di rimonta delle romagnole che si erano avvicinate sul 14-16 e sul 20-21; black-out di Spicocchi e compagne sul 24-21, fino al ribaltamento sul 29-27 per le locali. Senza storia la seconda frazione, dominata da San Giustino, che ha preso il largo soprattutto dal secondo time-out tecnico (situazione di 16-13) fino all’epilogo sul 25-16. Il terzo set è stato in larga misura la fotocopia del primo, anche se i distacchi in favore della Sia Coperture non hanno quasi mai superato i 3 punti di divario. Tutto bene anche in questo caso fino al 24-21, con un errore nella valutazione della traiettoria che è costato caro perché se sulla battuta delle cesenati non vi fosse stata ricezione la palla sarebbe terminata fuori e sul 2-1 sarebbe andata la Sia Coperture, la quale ha pur sempre avuto il grande merito di non arrendersi davanti a un 26-24 che psicologicamente avrebbe potuto tagliare le gambe. Non solo: al primo time-out della quarta frazione (8-6 per la formazione di Pietro Camiolo), Camilla Cornelli ha già abbandonato la scena in luogo di Giada Marinangeli, ma nemmeno la variazione nello schieramento aveva influito sugli equilibri; anzi, il vantaggio era progressivamente cresciuto fino al 21-13 e al 25-15 che ha rimandato il verdetto al tie-break, nel corso del quale Cesena ha avuto il merito di gestire e tenere il +3 costruito in apertura per prendersi alla fine i due punti con il 15-10 che ha posto fine alla gara. Rimpianti in quantità “industriale” per un risultato che penalizza la Sia Coperture: “Abbiamo perso a causa di disattenzioni spesso ingenue, a cominciare da quelle in battuta – ha commentato il tecnico biancazzurro Pietro Camiolo – mentre Cesena ha avuto la capacità di essere più lucida nei momenti topici. È mancata da parte nostra la giusta “malizia” nell’insistere sui punti deboli delle avversarie. Prendiamo alla fine questo punto, che rimane poco per quanto era nelle nostre possibilità e di positivo metto la voglia di giocare e di non mollare che ho notato nelle ragazze. È stata fatale la deconcentrazione accusata in alcuni particolari momenti”.
Città di Castello/Umbertide
14/11/2016 08:30
Redazione