
Bello così gli eugubini non l’hanno mai visto, o forse solo quelli che nel 1505 assisterono ai lavori di ristrutturazione ed ampliamento apportati dai monaci Olivetani subentrati nella struttura. Cavallo di Troia in un cantiere, quello di San Pietro, che da anni tiene chiuse le porte del complesso è stato il concerto di anteprima di No Borders Summer Festival, che ha svelato agli eugubini increduli le bellezze del chiostro grande, quasi completamente restaurato, su progetto dell’architetto Pierangelo Stocchi e dell’ingegnere Francesco Pes . Rimozione di ingombranti vetrate, consolidamento di colonne, solai e volte, nuovi intonaci per la facciate esterne ( ben 30 le prove di colore ), recupero estetico delle arcate con messa in evidenza delle ghiere originali, nuova pavimentazione in cotto invecchiato, rifacimento dell’illuminazione: questi solo alcuni degli interventi che hanno ridato un volto nuovo a questo angolo del monastero che sarà il fulcro della biblioteca comunale “Sperelliana”, trasferita tra breve al piano nobile. Anche qui i lavori sono giunti a buon punto: recuperata la stabilità di solai e volte e restituite alla loro semplicità le celle dei monaci, tutte con gli originali bagni interni, che ospiteranno le salette e gli uffici della biblioteca. Sono ancora in restauro le porte originali del Cinquecento, così come resta da sistemare la grande sala di lettura che risente a tutt’oggi di pesanti interventi realizzati negli anni ’80. Qui non si potranno rimuovere, per problemi di stabilità, le travature in ferro e i ballatoi, ma si potranno armonizzare meglio con la sala. Il vero gioiello, però alla fine sarà il refettorio, il cui portone d’accesso, oggi conservato a Palazzo dei Consoli, sarà riportato in loco. Qui la ditta di restauro “Ikuvium” di Gubbio ha portato a termine il recupero degli affreschi di maniera della seconda metà del Cinquecento raffiguranti storie di San Pietro e di Mosè, restituendo stabilità e cromie brillanti all’insieme. Non mancherà chi ricorda in questo luogo una vecchia tipografia prima e una falegnameria poi, tanto che alcuni affreschi erano stati ricoperti da manifesti. Torneranno in loco i seggi lignei dei fratelli Maffei, oggi in restauro, e il refettorio, recuperato su finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio, diventerà una sala di rappresentanza. Tempo stimato per la fine di questo stralcio di lavori - costati oltre due milioni di euro di fondi del terremoto ed europei - un anno e mezzo, ma il più, spiega l’architetto Stocchi, o “artigiano” come preferisce definirsi, è stato fatto. “Non è compreso nel progetto il chiostro piccolo – spiega – che necessita di interventi urgenti, visto lo stato di conservazione. Ma pian piano sono fiducioso che si farà”.
Non sarà solo il chiostro piccolo la sola eredità da lasciare ai prossimi stralci: impossibile non finanziare il recupero dei dipinti della saletta dell’economo in delizioso stile pompeiano di gusto settecentesco firmata da Stefano Alessandrini usata come bagno dal vecchio istituto magistrale ospitato nella struttura; impensabile non restaurare il matroneo che dà sulla chiesa dal quale si poteva assistere indisturbati alle funzioni; assurdo non recuperare statue ed arredi in genere come le porte originali del chiostro sopravvissute alle diverse destinazioni d’uso che la struttura ha dovuto sopportare.
30/06/2005 08:14
Redazione