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Sequestro Rocchetta. Il sindaco Presciutti: "Ho fatto solo quello che il giudice aveva chiesto di fare". Alla Comunanza Agraria: " Ci paghino gli 8 milioni di euro di gestione per quasi 40 anni della montagna "

Gualdo Tadino, il giorno dopo il sequestro dell'area dei pozzi Rocchetta, l'azienda annuncia la volontà di proseguire con i prelievi. I Cinque Stelle chiedono le dimissioni di sindaco e giunta

Consta di 17 pagine l'ordinanza del commissario agli usi civici di Roma firmata dal giudice Antonio Perinelli che ha disposto ieri il sequestro dell'area della Gola della Rocchetta. Un'ordinanza che nasce da un esposto del WWF di Perugia, nella persona di Sauro Presenzini, che denunciava come tutti i terreni in cui si trovano i pozzi e le condotte di Rocchetta spa, concessionaria della Regione per l'imbottigliamento di acque minerali, ricadono in terreno soggetto ad uso civico, e i cui lavori edili erano stati realizzati senza aver espletato l'iter del cambio di destinazione d'uso di tali terreni . Il giudice ha accolto la richiesta di sequestro dei terreni studiando principalmente due documenti : la delibera della giunta regionale del 7 aprile del 1994 con la quale si autorizzava il Comune al cambio di destinazione d'uso dei terreni per complessivi 1893 mq di superfice che costituiscono l'area interessata dalle canalizzazioni sotterranee dei POZZI R2 • R3 • R4 con lo stabilimento per l'imbottigliamento nonchè l'area dei cabinotti sopra i pozzi medesimi . Questa delibera secondo il giudice presenta più di un aspetto illecito. In primis si ricorda che : "La destinazione di beni civici può essere variata solo nel rispetto della vocazione dei beni e dell'interesse generale della collettività"; sono beni di norma inalienabili, incommerciabili ed insuscettibili di usucapione. Il giudice aggiunge:"Le terre appartenenti ai diritti civici risultano, di norma, incompatibili con l'attività edificatoria per l'evidente ragione che "privatizzano" a tempo indeterminato un bene, i cui diritti spettano invece ad una collettività. Non possono pertanto ritenersi "provvisorie" le strutture di carattere oggettivamente permanente oggetto di causa (gabiotti, pozzi, condutture) che infatti insistono sui beni da molti anni". Altro aspetto sollevato dal giudice è la mancata evidenza pubblica del provvedimento: la natura dei beni di collettivo godimento comporta l'applicazione dei principi di concorrenza, parità di trattamento, trasparenza, non discriminazione, e proporzionalità, ovvero prima di concedere l'atto era necessario bandire un gara, aprire a più soggetti la possibilità di usufruire del bene. Terzo aspetto rilevato dal giudice, la delibera della giunta regionale del 1994 avrebbe dovuto concretizzarsi in un successivo atto del Comune di cui non vi è traccia e quindi la pratica risulta non perfezionata. L'altro documento sul quale si basa l'ordinanza del giudice è la Determinazione Dirigenziale della Regione Umbria del 5 ottobre del .2017 con la richiesta di cambio di destinazione d'uso per i pozzi RI e R5 . Si trattava di una sanatoria per una situazione pregressa non regolarizzata. Da annotare che era già stata emessa nel frattempo sentenza in merito alla proprietà di tali terreni riconosciuti alla Comunanza Agraria. "Il Comune – afferma il giudice – mai avrebbe potuto chiedere il mutamento di destinazione d'uso di beni su cui ormai non ha più alcun potere. Inoltre il mutamento di destinazione d'uso non può essere richiesto "a sanatoria" per regolarizzare - ex post occupazioni illegittime già verificatesi". Il giudice fa altresì notare che, anche nel periodo precedente, a fronte di una compressione dei diritti di uso civico, non era stata prevista una compensazione monetaria. Da qui l'ipotesi di danno erariale . L'ordinanza di sequestro dà appuntamento in tribunale a tutti gli interessati dal provvedimento il 12 febbario 2018 alle ore 10.30 . Intanto l'azienda Rocchetta tramite l'avvocato Chiara Bigioni ha dichiarato la volontà di proseguire l'attività di prelievo , non avendo il sequestro interessato i pozzi e le condotte , ma solo i terreni dove questi insistono . Non potrà , come accaduto sino ad ora, accedere all'area , ma vista la necessità costante di monitorare la qualità del prodotto prelevato ed operare per la manutenzione del luogo, chiederà alla presidente della giunta regionale , indicata dal giudice quale custode dell'area sotto sequestro, di essere autorizzata all'accesso. Sul fronte delle reazioni al sequestro, si dice allibito il sindaco di Gualdo Tadino Massimiliano Presciutti che rivendica al suo operato la volontà di adempiere alle lacune amministrative indicate dallo stesso tribunale in una precedente seduta. In quell'occasione si annotava che sull'area dei pozzi e delle condotte mancavano documenti di cambio di destinazione d'uso o in alcuni casi non era stati perfezionati. " abbiamo fatto solo quello che avevano concordato con il commissario agli usi civici, non questo dell'ordinanza, ma un altro - afferma Presciutti - Rimango allibito di fronte a questo documento". Il primo cittadino rivendica alla sua amministrazione correttezza e trasparenza e rigetta la richiesta di dimissioni che oggi arriva dai Cinque stelle . La portavoce di questi Stefania Troiani accusa sindaco e giunta di aver dato priorità agli interessi economici di pochi piuttosto che alla collettività, calpestando norme, codici, direttive, sentenze. Secca la replica del sindaco "Credo che lavorare per lo sviluppo di un territorio, per il risanamento ambientale, per i posti di lavoro, per i servizi siano gli argomenti che interessano ai cittadini e non la compressione di un uso civico". Amareggiata della vicenda si dice la Comunanza Agraria Appennino Gualdese, proprietaria dell'area oggetto di sequestro, che tuttavia sul punto sollevato dal sindaco, ricorda che la tutela del territorio, a breve termine vista solo come intralcio allo sviluppo, porterà essa stessa sviluppo e benessere a più lungo raggio . Comunanza che a breve, annuncia il primo cittadino ( e qui la novità di oggi ), sarà chiamata a risarcire per almeno 8 milioni di euro il Comune della gestione pro tempore dei beni montani, fatta in sua vece dal 1976 ad oggi , ovvero nell'arco di anni di quiescenza dell'ente L'ultima nota della giornata, su una vicenda destinata ad avere ampia eco anche nei prossimi mesi, è quella del WWF con Sauro Presenzini, il ricorrente presso il tribunale, che dietro l'immagine di David vittorioso su Golia avverte minaccioso che la questione è semplicemente agli inizi, foriera di nuovi provvedimenti . (ct )

Gubbio/Gualdo Tadino
12/01/2018 09:39
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