“A due anni dal sisma le norme nazionali si sono dimostrate troppo complesse e poco chiare. Ci sono stati troppi ritardi. Servono 23 miliardi disponibili ‘per cassa’”. È quanto dichiara il consigliere regionale Claudio Ricci (Misto-Rp-Ic). “Domani – ricorda Ricci – ricorreranno due anni dall’inizio degli eventi sismici che hanno colpito quattro regioni del Centro Italia fra cui l’Umbria. Non farò polemiche, sono già troppe, in questo periodo. Solo constatazioni. Norme nazionali troppo complesse e poco chiare: basterebbe ricordare i sequestri di alcune opere temporanee realizzate con le donazioni. Molti ritardi. Troppa centralizzazione delle attività e pochi poteri a Comuni e Regioni, che dovevano gestire più risorse direttamente. Una leva del comando poco chiara e Commissari di Governo per il sisma troppo politici e poco tecnici. E poi poche risorse. Ci vorrebbero, per le quattro regioni del Centro Italia, 23 miliardi di euro disponibili ‘per cassa’. Dopo due anni dal terremoto di Umbria e Marche del 1997, ultimo esempio, fu riaperta la Basilica di San Francesco in Assisi (il cantiere era così complesso da essere considerato utopico); a distanza di due anni dal sisma del 2016 per la Basilica di San Benedetto si parla ancora del progetto”. “Auspico – conclude Ricci - che per i due anni dal sisma del 2016 ci siano poche cerimonie e parole, ma più fatti. Molti più fatti. Per quanto attiene alle competenze legislative della Regione Umbria il testo unico sul sisma, che è in corso di esame, mi appare positivo per quanto attiene a semplificazione, riduzione dei tempi amministrativi, flessibilità urbanistica, piani di sviluppo e tutela paesaggistico ambientale”.