All'inizio di quest'anno ci evidenzia 150 "vertenze che stanno mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro”. “Alle vecchie crisi- prosegue Smacchi- se ne sono aggiunte di nuove come nel caso della Perugina , della Tagina o a Spoleto la Maran e Novelli. Situazioni che aggiungono ulteriori elementi di precarietà e di instabilità in un tessuto economico e sociale umbro particolarmente segnato dalla crisi di questi anni”. “Ci sono dei territori che più di altri nella nostra Regione sono in sofferenza, in particolare lo spoletino, la fascia appenninica ed alcune realtà del ternano”. “Gli strumenti finora messi in campo sia da parte della regione Umbria e dal Governo Centrale di contrasto alle crisi aperte e di riqualificazione territoriale sono stati importanti , come ad esempio per l'Area di crisi complessa Terni-Narni dove sono stati effettuati oltre 600 milioni di euro di investimenti che dovrebbero generare circa 2.100 posti di lavoro nelle 212 imprese che hanno manifestato interesse. “Ma ora Occorre ora fare di più e nello specifico la situazione della fascia appenninica non può essere affrontata con canali ordinari, ma serve un nuovo piano straordinario e un nuova spinta. Gli obiettivi del piano -prosegue Smacchi- devono essere rivolti verso la creazione di posti di lavoro legati ad attività di risanamento, bonifica e messa in sicurezza del territorio, la valorizzazione dei beni culturali, difendere il lavoro dei settori più tradizionali, ottenere vincoli di qualità per le nostre produzione, una maggiore trasparenza negli appalti valorizzando le imprese locali cancellando il massimo ribasso. “Con questi obbiettivi nei giorni scorsi mi sono fatto promotore di una serie di incontri ed ho chiesto che si avvii nella Commissione regionale competente la discussioni per un piano straordinario di investimenti”. “Tante famiglie Umbre -conclude Smacchi- sono in difficoltà, il tema del lavoro è in cima alle nostre priorità e dobbiamo accelerare e dare risposte alla sofferenza restituendo certezze”.