Spello. Autovelox fuorilegge, il giudice annulla le multe

E’ destinata a fare scuola la sentenza emessa lunedì dal giudice di pace di Foligno che ha accolto il ricorso di un automobilista perugino cui il 23 marzo del 2005 la Polizia Municipale aveva contestato l’eccesso di velocità lungo la strada statale 75. Un’infrazione al Codice della Strada rilevata dall’autovelox apposto sulla carreggiata. Ed è proprio in funzione della presunta inattendibilità dello strumento di rilevazione della velocità che il magistrato ha accolto il ricorso, annullando il verbale e restituendo all’automobilista perugino i due punti decurtati dalla patente. La mancata effettuazione dei controlli periodici, in sostanza, non garantisce il corretto funzionamento dell’autovelox che pertanto, a rigor di logica, non possedendo il requisito della precisione non può assurgere a strumento sanzionatorio. Né può ritenersi sufficiente – a giudizio del magistrato folignate – lo scrupoloso e rispettoso utilizzo dello strumento da parte degli operatori. Essendo, l’autovelox, uno strumento portatile (e come tale oggetto di trasporto), operante all’aperto in differenti condizioni climatiche, essendo infine suscettibile a sollecitazioni di vario genere (urti, modificazioni termiche, igroscopiche, elettromagnetiche) non è per sua stessa natura attendibile se non sottoposto a verifiche periodiche. A corredo di tutto ciò, come se non bastasse, la Municipale di Spello sarebbe incorsa in un ulteriore errore, omettendo di informare gli automobilisti della presenza, nel tratto di strada in oggetto, di dispositivi di controllo del traffico. Inverosimile, infine, la motivazione alla base della mancata contestazione immediata dell’infrazione, omissione che – secondo la stessa dichiarazione dei verbalizzanti – sarebbe dipendente e giustificata dalla penuria di organico del comando. Come a dire che la Municipale può in tutta tranquillità infrangere la legge per mancanza di mezzi, mentre l’automobilista, pur non avendo alcuna certezza sulla presunta violazione delle norme del Codice della Strada, dovrebbe accettare (e metter mano al portafoglio) senza troppo protestare. Un’evidente disuguaglianza di trattamento che la sentenza del giudice di pace di Foligno ha voluto decisamente censurare.