Tanta gente, rappresentanti delle istituzioni e semplici cittadini, per l’estremo saluto a Mario Luzi, poeta e senatore a vita, dall’11 febbraio scorso cittadino onorario di Gubbio. E Gubbio era presente con il primo cittadino e il Gonfalone del Comune alle esequie. Ad officiarle l’arcivescovo di Firenze, Cardinal Ennio Antonelli, ma anche ex vescovo di Gubbio, che nella sua omelia ha ricordato il “profeta di un umanesimo aperto al mistero divino che ha dato voce alla speranza che abita in ognuno di noi. ''Il suo messaggio – ha proseguito Antonelli - è quanto mai attuale e salutare come antidoto alla vertigine e all'angoscia del nulla, che serpeggia nella cultura del nostro tempo. Lo accogliamo pensosi e con profonda gratitudine'' ha concluso Antonelli.Il Duomo era gremito, c’erano tra gli altri il presidente della Repubblica, il presidente del senato Pera, il ministro Bottiglione, i vice presidenti di camera e senato Mussi e Dini, il senatore a vita Andreotti, il segretario della Cgil Epifani che ne ha sottolineato la dimensione dei valori di ricerca, di fede e di grande senso della democrazia e delle istituzioni.
Gli applausi dei circa duemila presenti hanno salutato l’uscita della salma di Luzi dalla Cattedrale. Prima della benedizione finale, il figlio del poeta, Gianni Luzi, ha letto un messaggio di commemorazione del padre, mentre l'amico e attore Sandro Lombardi ha letto una poesia inedita del poeta. Il feretro ha poi lasciato il Duomo per la tumulazione della salma al cimitero fiorentino di Castello, dove Luzi riposerà accanto alle tombe dei genitori. Nel ricordare Luzi al Senato, il presidente Pera aveva reso noto l'appello che il poeta fiorentino avrebbe letto in aula alla prima occasione utile, una sorta di testamento culturale e politico, nel quale il poeta e senatore invita a non tradire e a non spregiare lo Stato e chiede di lavorare per la pace, anche a costo di commettere qualche errore in buona fede.