Presenterà istanza di scarcerazione per ottenere gli arresti domiciliari (con il braccialetto elettronico) l'avvocato Ubaldo Minelli (nella foto), legale di Hasan Varoshi in carcere per il tentativo di femminicidio della ex compagna il 30 gennaio scorso a Nocera Umbra. Lo farà dopo che il Tribunale del Riesame (presidente Narducci, a latere Semeraro e Verola) ha riconosciuto nelle motivazioni della decisione con la quale ha confermato il carcere per il 25enne albanese, il cosiddetto "recesso attivo". "L'evento morte - recita il provvedimento - non è avvenuto per la condotta dell'indagato il quale. come ha riferito anche la donna, l'ha aiutata ad uscire sul balcone". Secondo i giudici perciò si concretizza un'ipotesi di recesso attivo: l'indagato infatti dopo la concretizzazione del tentativo compiuto, ha volontariamente impedito l'evento, aiutando la persona offesa a uscire all'esterno. Da qui l'annuncio della presentazione dell'istanza di scarcerazione da parte del legale, secondo il quale a Varoshi va riconosciuta in ogni caso l'attenuante dell'ultimo comma dell'art. 56 cp e cioè la riduzione della pena del tentato omicidio da un terzo alle metà.
Quanto alla prova del dolo, della volontà omicida, nessun dubbio per il Riesame: "L'azione concretizzata (l'aver cosparso di benzina tutto l'appartamento e, di conseguenza, anche la donna che era scalza e quindi si è impregnata della benzina, l'aver appiccato il fuoco) è certamente idonea a cagionare la morte di un uonmo". Sussiste anche l'univocità dell'azione: assume particolare rilevanza - secondo i giudici - la circostanza che l'indagato ha immediatamente manifestato la sua volontà omicida: aveva portato con sé la benzina, in una quantità notevole (la tanica è da 25 litri) e l'accendino.