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Umbertide, un 47enne arrestato con convivente e figlio per associazione a delinquere

Umbertide, un 47enne arrestato con convivente e figlio per associazione a delinquere. E' accusato di traffico illecito di rifiuti, truffa e falso. L'operazione condotta dai Carabinieri del Noe di Perugia
Contattavano officine meccaniche di Umbria, Marche ed Emilia Romagna per vendere materiali per la pulizia ma poi si offrivano di smaltire a prezzi concorrenziali oli esausti e filtri che in realta' sarebbero stati fatti scomparire: per questo un quarantasettenne di Umbertide, M.B.,e la sua convivente, 41 anni, originaria della provincia di Firenze, sono stati arrestati dai carabinieri del Noe di Perugia, in collaborazione con il corpo forestale, mentre il figlio della coppia, di 27 anni, e' stato messo ai domiciliari. A carico dei tre sono state eseguite ordinanze di custodia cautelare disposte dal gip perugino Nicla Flavia Restivo su richiesta dei sostituti procuratori Gabriele Paci e Claudio Cicchella. L'accusa ipotizzata e' di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, truffa e falso. L'operazione che ha portato ai tre arresti e' stata denominata Tiber Oil. Gli accertamenti vennero avviati agli inizi del 2003 in seguito al ritrovamento sulle sponde del Tevere di ingenti quantita' di fusti contenenti oli esausti e filtri provenienti da officine meccaniche. Le indagini hanno quindi fatto luce su quella che gli investigatori considerano una struttura criminosa gravitante nell'ambito di alcune ditte come la Emmedue di Arezzo e la New ecology di Umbertide. Tutte a vario titolo gestite dagli arrestati (ma alcune gia' fallite o inattive). I carabinieri del Nucleo operativo ecologico ritengono che siano state truffate una cinquantina di aziende, quasi tutte officine meccaniche, delle province di Perugia, Pesaro-Urbino e Forli'-Cesena. Il danno provocato non e' stato quantificato perche' l'indagine e' ancora in corso, ma viene considerato comunque ingente. I militari ritengono infatti che siano stati smaltiti illecitamente migliaia di litri di olio. Secondo gli investigatori i titolari delle aziende venivano inizialmente contattati con l'intento di vendere materiali per la pulizia. Venivano poi pero' offerti servizi di trasporto e smaltimento dei rifiuti pericolosi, principalmente oli e filtri, a prezzi fortemente concorrenziali. Dall'indagine e' emerso che le vittime dei presunti raggiri venivano tratte in inganno dal rilascio di veri e propri contratti di fornitura. Corredati da copie di false autorizzazioni in materia di gestione dei rifiuti e da documentazione di trasporto attestante falsamente l'avvenuto smaltimento dei rifiuti in impianti realmente esistenti nelle province di Perugia e di Arezzo. Cosi' facendo gli indagati - ritengono carabinieri e corpo forestale - hanno letteralmente fatto scomparire ingenti quantita' di rifiuti, ottenendo altissimi profitti garantiti dal risparmio conseguente l'elusione delle spese di smaltimento.
Città di Castello/Umbertide
20/10/2005 18:18
Redazione
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