Valtopina: uccisa a martellate a pochi metri dalla casa di Angelo Bellani

Saranno sì e no ottocento metri di distanza. La casetta gialla a due piani di Angelo Bellani, il pastore di Collebudino di Valtopina, si trova nella stessa vallata in cui il 23 luglio del 2000 è stata uccisa a martellate la giovane moldava Tania Bogus, il cui vero nome era Natalia Seremet, appena diciottenne. L’autore materiale del delitto, l’albanese Victor Lala, 31 anni, è tuttora latitante. E' stato invece condannato all'ergastolo il complice Arsen Bocaj, all’epoca dei fatti residente in un prefabbricato in lamiera di un campo container di Foligno che partecipò all’assassinio della prostituta. Che proprio nelle campagne di Valtopina avrebbe trovato la morte. Prelevata da un albergo di via Settevalli dove la giovane si prostituiva, era stata condotta in aperta campagna e lì, una domenica pomeriggio di luglio, era stata uccisa senza pietà. Voleva uscire dal giro, la giovanissima Tania. Che si era innamorata di un suo cliente, un ragazzo italiano, con il quale avrebbe voluto ricominciare una vita onesta. Il suo desiderio di riscatto aveva tuttavia fatto scattare la vendetta dei protettori che non potevano permettere che lei, ex prostituta, rimanesse viva. La rivolta di Tania sarebbe stata di cattivo esempio per le altre. E così, mentre Bocay la teneva ferma per una mano, Lala aveva vibrato una trentina di martellate sul corpo della giovane. Poi, entrambi, avevano gettato il cadavere lungo la scarpata. Lo stesso luogo dove lunedì notte, circa sette anni più tardi, un commando di slavi (“Erano albanesi”, ripete il pastore aggredito) ha sequestrato, malmenato e tentato di uccidere un uomo, scalzo e in maniche di camicia, solo per impossessarsi di cinquecento euro. Un caso di ferocia inaudita. Ammesso che la ricostruzione del pastore di Valtopina sia attendibile, circostanza quest’ultima tutta da verificare dopo che l’uomo, nel corso dell’intervista rilasciata alla nostra emittente, si è più volte contraddetto.