“Vorrei tu potessi vedere quello che è e che può essere questa corsa, la manifestazione stessa di questi italiani all’estero piangere per la gioia di vedermi vincere, sia pure una tappa. Fai conto essi sì sono liberi, ma sempre mal visti perché considerati stranieri”.
La vittoria del Tour di Gino Bartali che salvò il Paese dalla guerra civile e serrò l’unità dello Stato nascente si arricchisce di nuovi particolari fino ad oggi inediti, raccontati dallo stesso indimenticato ciclista toscano in uno scambio epistolare(come l'estratto sopra riportato) con la moglie avvenuto durante la Grande Boucle che la nipote Gioia ha svelato a Spoleto, in occasione del secondo incontro letterario de “il CONI per il Festival” che si è tenuto nello scenario della Sala dei Duchi del Palazzo comunale spoletino. Bartali racconta alla moglie le emozioni che prova mentre, a 34 anni, cerca di compiere l’impresa di vincere il Tour a 10 anni di distanza dal primo e il calore e il sostegno che gli danno tanti connazionali emigrati che nelle sue gesta trovano l’orgoglio di essere italiani in terra straniera. Una storia unica e irripetibile, che il comitato umbro del Coni del presidente Ignozza ha voluto ricordare e celebrare nella superba cornice spoletina. stasera servizio nel Trg Sport(ore 20.45)