Parlano di una "partecipazione massiccia" allo sciopero del trasporto pubblico locale in Umbria, Filt-Cgil e Faisa-Cisal che lo hanno indetto contro "la divisione in quattro lotti" del servizio. In concomitanza con l'agitazione (con fasce garantite per la scuola) si è svolto un presidio a Perugia in piazza Italia, di fronte alle sedi di Regione e Assemblea legislativa. Con bandiere, fumogeni, una finta bara e volantini con scritto "Tpl, lottò ma perì sotto i colpi delle istituzioni". Per i sindacati la partecipazione all'astensione dal lavoro è la "dimostrazione che la risposta c'è, sciopera anche chi non è iscritto a Cgil e Faisa". La stima è di una adesione sull'80 per cento. La protesta dei sindacati va avanti da tempo, sottolineano ricordando che "sono 4 anni e mezzo che veniamo qua in piazza". I sindacati chiedono alla Regione di tutelare "un servizio universale che deve essere accessibile a chiunque", ma che "si sta invece smantellando". "Ci piange l'anima a pensare che chi credeva di avere garanzie, le sta perdendo", dicono i manifestanti riferendosi ai 2 mila lavoratori del comparto. Tra le preoccupazioni occupazione, stipendi, qualità del servizio, tariffe. "Non si può fare business su in settore che serve alla comunità", è stato detto durante gli interventi in piazza Italia nei quali la politica è stata invitata "a fare un passo indietro". Christian Di Girolamo (Faisa-Cisal) ribadisce i vantaggi del vettore unico e a sua avviso fare una gara a 4 lotti "non da speranze positive". "Speriamo che la nostra azione dia motivazione per rivedere tutto", ha concluso.