Federico II nel XIII secolo dedicò loro un intero trattato, ritenendoli animali nobili capaci di mettere alla prova le virtù di un sovrano; il duca Federico Gonzaga nel XV secolo fece costruire per loro tombe marmoree nel palazzo di Marmirolo, decorandole con iscrizioni degne di uomini illustri. Oggi, da animali utilizzati per la caccia, sono divenuti oggetto di caccia. 5 rapaci, per l’esattezza, un’aquila minore, due falchi e due gheppi, sono stati rimessi in libertà dal Corpo Forestale dello Stato, in coincidenza con la giornata ecologica promossa dal Comune di Gualdo Tadino che ha coinvolto i bambini delle scuole elementari di Cerqueto, San Pellegrino e Istituto Bambin Gesù. 5 splendidi esemplari colpiti con arma da fuoco o incappati in barriere aeree che qualcuno ha trovato in giro per l’Umbria e portato al centro di recupero per la fauna selvatica di Formichella a Orvieto, l’unico esistente in Regione, gestito direttamente dal Corpo Forestale dello stato che li ha curati per mesi. In mezzo al vento che batteva forte sulla vetta del monte Serrasanta, gli animali sono stati prelevati dalle scatole, servite per il loro trasporto da Orvieto a Gualdo, e, spaventati per la presenza di troppe persone poco consone al loro costume selvatico, sono stati lanciati verso la vallata. Ali spiegate i cinque rapaci sono tornati a volare, perfettamente sani; di sottofondo le esclamazioni dei presenti e qualche applauso per l’evento, mentre loro dimentichi di ciò che stava avvenendo erano impegnati solo a fuggire, per riappropriarsi della loro libertà. La Rocca Flea, che fu di Federico II, era un puntino lontano sopra cui volavano alti. Emozionati anche gli uomini della Forestale, l’ispettore capo Mauro Guerrieri che da anni è impegnato insieme al Comune di Gualdo tadino in un progetto di sensibilizzazione dei bambini verso la natura, attraverso piantumazione di alberi, monitoraggio di aree verdi urbane e rilascio di animali selvatici. In estate si replica con altri rapaci e Gualdo si candida ad oasi della falconeria