Sarà una mostra senza più stand circoscritti in spazi chiusi come fosse "un ghetto" ha detto l'assessore al turismo del Comune di Gubbio Nello Oderisi Fiorucci ; una mostra diffusa che non sia solo della città di Gubbio ma di un territorio più ampio , l'Appennino, seguendo il modello delle Langhe in Piemonte ha affermato il sindaco Filippo Stirati; sarà una mostra che navigherà sul web come principale canale di comunicazione, strizzando l'occhio ai social e all' influencer di settore secondo l'associazione Host; sarà una mostra che farà delle esperienze , a partire da quelle delle degustazioni in connubio con arte e artigianato, il suo cavallo di Troia per l'attrazione turistica, secondo l'associazione La Medusa.
Vedono così l'amministrazione comunale eugubina e due delle associazioni attive nell'organizzazione degli eventi collaterali della Mostra del Tartufo, il futuro di questa manifestazione che, tra luci ed ombre , ha chiuso lo scorso 4 novembre la sua 37esima edizione. Il bilancio è stato fatto a una settimana dalla chiusura in una conferenza stampa a Palazzo Pretorio in cui la presidente dei ristoratori ed albergatori riuniti in Host Gloria Pierini ha da subito voluto precisare che i privati che hanno lavorato all'evento mal hanno sopportato le strumentalizzazioni politiche, con chiaro riferimento, seppur non esplicitato, alle critiche e riflessioni arrivate da ambienti politici non allineati con la maggioranza e rilanciate sui social e sulla stampa locale. Host , Iridium e Medusa, che della mostra hanno curato gli eventi collaterali e la comunicazione legata agli stessi, hanno snocciolato i dati del web: 95 post su Instagram relativi alla mostra, 108 su Facebook , 498 stories live su Instagram per un totale di visualizzazioni pari a 2.240.000.
"Un seme che abbiamo gettato per promozionare la città – ha detto Gloria Pierini – che non ci aspettavamo portasse risultati nell'immediato ma che li porterà nel prossimo futuro, già a Natale e poi Pasqua". Elisa Polidori de La Medusa ha parlato di bel successo degli eventi , tutti partecipati, seppur ha levato la critica agli eugubini:"Poco inclini a rispondere " ha detto , dalla partecipazione al convegno di apertura, alle degustazioni de "Le vie dei sapori" che comunque hanno fatto staccare 368 biglietti. Sul fronte degli stand, parte curata dalla Comunità Montana Alta Umbria , il Comune di Gubbio con l'assessore Nello Fiorucci ha confermato che il format così com'è non funziona: pochi stand , 20 totali, di cui solo 5 dedicati al tartufo e di questi uno solo di Gubbio, indice che il clichè è logoro e non attira gli operatori. I commercianti di tartufo di Gubbio hanno preferito allo stand i loro punti vendita dislocati in città e forse da lì bisognerà ripartire già da subito. Il sindaco Stirati ha lanciato dal canto suo un appello alle istituzioni regionali per unire le tante mostre in un unico evento dedicato all'Appennino e ai suoi prodotti tipici sul modello di Alba e le Langhe . A livello locale, auspicabile il ritorno di un confronto con l'associazione tartufai oggi assente. Infine i numeri di quanto è costata la mostra : quasi 60 mila euro, 23 mila per la Comunità Montana, 19 mila per il Comune, 15 mila per la parte investita dai privati .
Gubbio/Gualdo Tadino
12/11/2018 17:02
Redazione