A due mesi e mezzo dall’accordo con le associazioni imprenditoriali, il governo non ha mantenuto gli impegni assunti. CNA-FITA, CONFARTIGIANATO TRASPORTI, ARCST LEGACOOP UMBRIA che da sole rappresentano oltre l’80% del trasporto merci regionale, esprimono forte preoccupazione per il dietro-front del ministro dei Trasporti Altero Matteoli che non fa onore alle assicurazioni date fino ad oggi e che rimette in discussione l'accordo dello scorso 25 giugno, per il quale, con grande senso di responsabilità, era stato sospeso il fermo proclamato. Ad oggi, sono invece rimaste sulla carta misure che avrebbero dovuto dare ossigeno all’autotrasporto merci, realtà ormai in piena emergenza e che in Umbria conta più di 2500 imprese. Al centro della vertenza, che rischia di riportare i tir di nuovo ul piede di guerra, risorse per il comparto ma anche la sicurezza sulle strade. Nello specifico, mancano i riferimenti normativi necessari a definire i costi chilometrici e a dare dunque attuazione alla legge 133/08, che stabilisce l’obbligo di adeguamento dei costi del trasporto ai prezzi del gasolio. Assenti anche i provvedimenti che servono per rendere spendibili le risorse stanziate a favore del settore e per l'abbattimento dei costi delle imprese. Dopo una difficile mediazione, le associazioni di categoria, le istanze degli autotrasportatori sono diventate legge, con l’art. 83bis della legge 133, la cosiddetta “manovra d’estate”. Eppure, alla legge devono ancora seguire i fatti, cioè i decreti attuativi premessa indispensabile per la distribuzione delle risorse. Primo punto, quello economico: 116 milioni previsti addirittura in finanziaria 2007, mai pervenuti. Quindi, nel 2008, la parte legata all’aumento del costo dell’energia, 200 milioni. Terzo, gli interventi per l’acquisto di “euro 5”, in attesa di firma da oltre un anno. Infine l’aspetto normativo legato agli adeguamenti tariffari dei servizi di autotrasporto rispetto all’aumento dei costi del carburante. Mancano oggi all’appello due parametri: il costo ufficiale del carburante al 31 luglio ed il consumo medio per tipo di veicolo. La mancata attuazione di tutte queste condizioni, osservano ancora le categorie, determina una forte riduzione della redditività delle imprese, con pesanti ripercussioni anche sul fronte della sicurezza stradale. Alla luce di questa prospettiva le associazioni dell’autotrasporto ribadiscono la necessità del rispetto del Protocollo d’intesa siglato lo scorso giugno dal Governo e dagli autotrasportatori, già recepito, e la volontà politica di dare corso a quell’accordo quadro che consentirebbe al settore, già fortemente penalizzato, di recuperare in competitività. In caso contrario fanno sapere CNA-FITA, CONFARTIGIANATO TRASPORTI, ARCST LEGACOOP UMBRIA c’è il rischio reale di una rottura con il Governo e di una ripresa della mobilitazione della categoria.
13/10/2008 12:17
Redazione