Badante strangolata, indagato per omicidio volontario un ucraino residente a Umbertide

Si chiamava Ljubomjra Chjuco. “Liube” come ha esclamato, inorridita alla vista del suo viso deformato, la testimone che domenica pomeriggio intorno alle 17,15 l’ha riconosciuta. “Liube”, dunque. Ucraina, da due anni in Italia, era impiegata come badante presso una coppia di anziani di Foligno che sembra l’avessero regolarmente assunta. Sposata e con due figli, Liube prestava assistenza domiciliare ai due anziani folignati sei giorni su sette. Unico giorno libero la domenica. E di domenica, giorno in cui Liube si riposava, è stata uccisa. La morte l’ha trovata così, con indosso un paio di jeans leggeri, una canotta a piccoli pois e ai piedi dei sandali intrecciati. Il vestito buono, quello della domenica. Dei suoi tratti fisici si sa poco se non che portava i capelli, castani chiari, tagliati corti e che la sua fisionomia rimandava inequivocabilmente a quella tipica dell’Europa orientale. Quando Ivo Baglioni, volontario dell’Anteas, di turno domenica pomeriggio nel servizio di sorveglianza del parco, ha aperto la porta della toilette pubblica, Liube aveva la maglietta arrotolata sopra la pancia e intorno al collo un laccio nero, con ogni probabilità la tracolla di una borsetta. Dopo un interrogatorio fiume da parte degli inquirenti è stato indagato per omicidio volontario un ucraino di 31 anni, residente a Umbertide, di professione meccanico, separato e con un figlio. Si tratta di quello che da subito si è palesato come il sospettato numero uno: un giovane alto, longilineo, con la carnagione chiara e i capelli biondi a caschetto. Sarebbe stato lui ad aver visto per ultimo Liube viva. Trovato nella notte dell’omicidio nascosto in un vagone ferroviario, l’uomo aveva il volto ricoperto di graffi, di cui dovrà ora spiegare la causa. Nella serata l’uomo è stato rilasciato.