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C.Castello. Apertura della Porta della Misericordia. Il Vescovo Cancian: "Dobbiamo vivere bene questo Giubileo"

C.Castello. "Dobbiamo vivere bene questo Giubileo". Queste le parole del vescovo tifernate Domenico Cancian all'apertura della Porta Santa della Misericordia.
L'omelia del voscovo Domenico Cancian all'apertura della Porta della Misericordia. Fratelli e sorelle, la Parola di Dio che abbiamo ascoltato ci aiuta a intendere e a vivere bene il Giubileo straordinario della Misericordia che oggi inizia in tutte le Cattedrali del mondo. Raccolgo due indicazioni. 1. “Rallegratevi, gioite perché il Signore è in mezzo a voi” Lo dice il profeta Sofonia al popolo di Israele annunciando la liberazione dalla schiavitù. Sono parole che valgono anche oggi, per tutta l’umanità, che è ancora alle prese con la guerra, il terrorismo, la paura, la disperazione e molteplici forme di violenza e ingiustizia. “Rallegratevi, gridate di gioia. Non lasciatevi cadere le braccia. Il Signore vostro Dio può e vuole salvarvi”. Proprio perché ci ama, Dio Padre ha mandato per salvare tutta l’umanità suo Figlio. Fra poco ricorderemo il suo Natale, il suo compleanno 2015. Ma poi Gesù non se ne è andato dalla nostra storia, è rimasto con noi. È ancora qui, adesso. “La gioia del Vangelo – ha scritto papa Francesco – riempie il cuore di coloro che si incontrano con Gesù, liberandoli dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù sempre nasce e rinasce la speranza” (EG 1). La gioia che offre Gesù è la beatitudine del cuore, è la perfetta letizia di Francesco e non la felicità spensierata e superficiale del mondo. Il piacere egoistico non appaga il cuore di nessuno. L’uomo desidera ben più che una sorta di evasione, o peggio, di droga che prima dà euforia e poi il vuoto. “Siate sempre liete nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti!”. È questa la parola che Paolo in carcere, fa arrivare a i cristiani. Se Lui è con noi e noi con Lui non dobbiamo temere. Il Natale e il Giubileo ci chiamano a vivere con rinnovata esultanza l’esistenza, superando ogni forma di tristezza. 2. “Ma noi ora cosa dobbiamo fare?” Ritorna ben tre volte nel Vangelo questa domanda che pure noi ci facciamo per cercare di orientarci sulla strada giusta. Giovanni Battista offre due risposte molto valide, anche per vivere bene il Giubileo della Misericordia. Primo. Mettere in atto in modo coerente i fondamentali umani: solidarietà e condivisione (se ho due vestiti, uno lo posso regalare a chi non ha nulla e allo stesso modo posso condividere anche il pane quotidiano); vivere con sobrietà, senza pretese, oltre la logica dell’accumulo egoista; non maltrattare gli altri, specie i poveri, anzi fare del bene a tutti. Secondo. Non basta questo, dice il Battista. Occorre che il Messia già arrivato, ci battezzi in Spirito Santo e fuoco. Che non vuol dire far piazza pulita dei cattivi, come vorremmo noi immaginando di essere i buoni. Vuol dire vivere nel fuoco dell’Amore che Cristo è venuto a donarci, ossia a diventare misericordiosi come Lui, che ha accolto i peccatori e mangiato con loro. E a chi lo contestava ebbe a dire: “Si fa più festa in cielo per un solo peccatore che si converte, più che per 99 giusti che non hanno bisogno di conversione”. Questa è la Misericordia che non conoscevamo e che Cristo ci ha portato. Gesù ha portato nel mondo una vera e propria rivoluzione: quella della misericordia e della tenerezza. Questa sola può superare l’egoismo, l’odio, l’ingiustizia. Solo l’Amore è più forte di ogni male: l’ha dimostrato una volta per tutte Cristo crocifisso e risorto. Il Quale prima di morire pregò così: “Padre perdona tutti!”. E ad un ladro assicurò: “Io e te andremo in paradiso insieme”. Questo è il Vangelo dell’Amore misericordioso che commuove e converte tutti coloro che aprono almeno un po’ le porte del proprio cuore. Sì, aprire le porte della Cattedrale ci impegna a spalancare le porte del nostro cuore per diventare misericordiosi. Fratelli e sorelle, auguro che entrando attraverso la bellissima Porta della nostra Cattedrale (figura di Cristo), vi entriamo per accogliere la Sua misericordia e ne usciamo per testimoniarla in mille gesti quotidiani di attenzione, rispetto, cura, accoglienza e affetto verso tutti, specialmente le persone più fragili, quelle ferite e quelle intristite dalle sofferenze. Così l’Anno della misericordia ci trasformerà realmente e magari alla fine diremo: era proprio necessario questo Giubileo per imparare a vivere in modo semplice e vero quella vita nuova che il Concilio Vaticano II aveva profeticamente chiesto. + Domenico Cancian fam Vescovo di Città di Castello Prima della Benedizione: Domenica prossima 20 dicembre apriremo la Porta della Misericordia al Santuario di Canoscio, basilica mariana diocesana a cui siamo molto devoti. Ci affideremo a Maria Madre della Misericordia. Un saluto e un augurio a Nicola Testamigna che ho ammesso agli ordini sacri e continua il cammino verso il presbiterato. Ne approfitto per chiedere di pregare per le vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa. Invito a passare spesso per la Porta santa della Misericordia qui in Cattedrale e a Canoscio. Noi sacerdoti ci rendiamo particolarmente disponibili per le confessioni. Io mi impegno ad essere qui ogni sabato mattina, mentre gli altri sacerdoti a turno saranno presenti soprattutto il martedì, il giovedì, il sabato e la domenica. Così pure nelle chiese dei frati e nelle parrocchie, anche attraverso le Liturgie penitenziali. Siamo chiamati a riscoprire la bellezza e la gioia del sacramento della riconciliazione, ad accogliere il perdono del Signore per diventare sempre più uomini di perdono e di pace. Ci saranno a vostra disposizione degli utili sussidi che vi prego di usare. Auguro che la Porta della Misericordia sia per tutti noi la Porta della gioia, della speranza e della pace.
Città di Castello/Umbertide
14/12/2015 10:17
Redazione
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