“Il problema per la cardiologia e riabilitazione di Gualdo è pesante “. Parla Salvatore Calabrò, il segretario dell’Anaca, l’associazione che riunisce i 1000 cardiopatici provenienti da tutta Italia per seguire i cicli di riabilitazione del centro di eccellenza dell’ospedale Calai. “ Sono 15 anni che vengo in questo luogo che è il gioiello della sanità umbra, ma trovo ultimamente uno scadimento del servizio – spiega Calabrò – Nulla da eccepire al personale sanitario, in primo luogo al primario Sara Mandorla, che fanno più ancora di quello che umanamente è possibile. Molti di loro non vanno nemmeno in ferie per non creare difficoltà. Il problema è che mancano le persone, i medici, innanzitutto, in una struttura che deve seguire il reparto, gli ambulatori e 75 cardiopatici a ciclo di riabilitazione”. Dopo la chirurgia, la cardiologia e il centro di recupero per infartuati finiscono nell’occhio del ciclone e in una giornata di festa, quella del cuore, organizzata dall’ospedale Calai e dall’Anaca, l’associazione che riunisce i cardiopatici in cura presso il centro gualdese, le parole del suo segretario funzionano come una doccia fredda. L’accusa è quella della carenza di personale medico e i colloqui con l’Asl ancora non avrebbero portato nessuna seria risoluzione del caso. La possibilità per questi malati di andare prossimamente altrove di fatto non è remota, con grave danno per la città. Se le difficoltà della sanità gualdese sono ormai sotto gli occhi di tutti, è altrettanto palese il lavoro di dedizione e abnegazione del personale sanitario che opera nel Calai che nella “Giornata del cuore” ha fatto uscire dall’ospedale medici ed infermieri per una mattinata incentrata sulla prevenzione prima ancora che sulla cura. All’ingresso del rifugio Appennino decine di persone hanno potuto misurare la propria pressione arteriosa e glicemia, fattori da tenere sotto controllo per combattere la malattie cardiovascolari per le quali i dati sulla mortalità iniziano ad essere più confortanti