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Caso Geusa: Giorgio Giorni era capace di intendere e volere

Omicidio Geusa, si è svolto l'incidente probatorio: Giorni era capace di intendere e di volere al momento dell'assassinio della piccola Maria.

Giorgio Giorni era capace di intendere e di volere quando il 6 aprile dell' anno scorso uccise a Citta' di Castello la piccola Maria Geusa, di due anni e sette mesi: l'episodio va inquadrato in un contesto di scontro sostenuto da un fortissimo sentimento di rabbia, frustrazione e umiliazione provato dall' imprenditore di Sansepolcro. E' la conclusione alla quale sono giunti i periti del gip di Perugia Nicla Restivo. Davanti al giudice si e' concluso l'incidente probatorio disposto per stabilire le condizioni mentali dell' uomo, che ha 33 anni. Gli esperti hanno illustrato in aula le conclusioni alle quali sono giunti. La loro perizia e' stata sostanzialmente condivisa dai consulenti del pm Giuseppe Petrazzini, da quelli di Giorni (il quale ha sempre ammesso di avere colpito la bambina, negando pero' che avesse voluto ucciderla o di averla violentata) e dagli esperti nominati della madre della piccola, Tiziana Deserto accusata di concorso in violenza sessuale, omissione di soccorso e maltrattamenti (addebiti ai quali si e' pero' sempre proclamata estranea).

Secondo i periti del gip la rabbia, la frustrazione e l'umiliazione provati da Giorni sarebbero stati determinati dai precedenti affettivi dell'uomo e dal suo rapporto con la Deserto. Giorni anche oggi non e' comparso in aula ma e' rimasto nel carcere di Perugia dove si trova dopo essere stato arrestato dai carabinieri nelle ore immediatamente successive alla morte della piccola portata in ospedale dallo stesso imprenditore che l'aveva colpita nella sua abitazione tifernate. E' stato anche ipotizzato una sorta di meccanismo di spostamento dell'aggressivita' di Giorni da un altro soggetto alla bambina che quindi potrebbe non essere stata il suo vero 'obiettivo'. Gli esami condotti dagli esperti non hanno poi delineato particolari disturbi della sfera sessuale, cosi' come non e' in alcun modo emerso il rapporto che Giorni aveva con Maria Geusa (l'uomo era datore di lavoro del padre, un piastrellista originario della Puglia e amico della coppia). La perizia e' stata condotta dallo psichiatra Ivan Galliani e al criminologo Giacomo Filippini per conto del gip. Insieme a loro hanno lavorato Ennio D'Allaglio e Alessandra Luzzago, nominati dal pm, Giovanni Battista Traverso e Laura Paglicci Reattelli, consulenti della difesa, Paolo Catanzaro, per conto dei nonni della piccola, FrancescoBruno, Ezio Moretti e Annamaria Verdelli, ai quali si sono affidati i genitori della bambina. Lo stesso gip ha fatto svolgere, sempre con la formula dell'incidente probatorio, un'altra perizia sulle cause della morte di Maria Geusa e per accertare se questa fosse stata violentata. In questo caso gli esperti hanno accertato che la piccola mori' per arresto cardio-circolatorio dopo che Giorni l'aveva sottoposta a violenti scossoni e altre violenze. Cioe' a causa di quella che i periti hanno definito la Shaken baby syndrome. Per i periti non c'e' poi la certezza che la bambina abbia subito violenza sessuale in merito alla quale i consulenti del gip di Perugia si esprimono comunque in termini di suggestione. Domani e' invece in programma l'udienza preliminare davanti al gip Claudia Matteini che deve decidere in merito alla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pm per Giorni e per Tiziana Deserto. E' ormai praticamente certo che l'imprenditore chiedera' al giudice di essere processato con il rito abbreviato. Si lascia invece tutte le possibilita' aperte il difensore della mamma di Maria, l'avvocato Gianni Zaganelli.


30/03/2005 15:03
Redazione
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