Caso Meredith: Rudy dalla Germania dichiara di poter riconoscere l'assassino. Oggi incidente probatorio.

La notte in cui Meredith Kercher e' stata uccisa nella sua abitazione di Perugia, Rudy Hermann Guede vide un ''giovane che parlava italiano'' fuggire da quella casa. Chi fosse pero' non non lo sa cosi' come l'ivoriano arrestato in Germania per disposizione della magistratura di Perugia nell'ambito dell'indagine sul delitto non puo' dire con certezza se si tratti della stessa persona che ha accoltellato la studentessa. Rudy puo' pero' fornire agli inquirenti italiani elementi per identificarlo. All'avvocato Walter Biscotti, uno dei suoi difensori, che lo incontrato nel carcere di Schifferstratt, Guede ha detto di essere estraneo al delitto e di non avere violentato Meredith. Ha parlato di effusioni con la studentessa, ma ha sostenuto di non avere avuto un rapporto sessuale con lei (tracce del suo Dna sono state pero' rilevate su un tampone vaginale eseguito sulla giovane in occasione dell'autopsia). Secondo la ricostruzione del giovane ivoriano, quando Meredith e' stata accoltellata mortalmente al collo lui non c'era. Si trovava in bagno - ha sostenuto - da dove ha sentito qualcuno entrare in casa (la polizia non ha trovato segni di scasso alla porta). Una volta uscito e' stato aggredito da un giovane, poi fuggito, che era davanti alla porta della camera di Mez, forse con un coltello in mano. Ha detto - ha confermato l'avvocato Biscotti - che ''era piu' basso di lui''. ''Che fosse italiano - ha aggiunto - lo ha dedotto dalle frasi a sfondo razzista che gli ha sentito pronunciare, come 'daranno la colpa a te perche' sei nero' e cose del genere''. Rudy ha pero' visto il suo aggressore e per un altro dei suoi difensori, l'avvocato Nicodemo Gentile, puo' riconoscerlo. Intanto dovranno stabilire cause e circostanze della morte di Meredith Kercher, nonche' l'ora alla quale la studentessa inglese ha cessato di vivere, i periti scelti dal gip di Perugia Claudia Matteini per l'incidente probatorio che comincera' questa mattina. L'esame medico legale si svolgera' in contraddittorio tra le parti e i risultati avranno il valore di prova in un eventuale processo. Gli esperti, Anna Aprile e Mariano Cingolani, domani assumeranno formalmente l'incarico. Dovranno quindi stabilire se gli accertamenti possano essere svolti sulla base ''degli atti e degli elementi'' rilevati durante l'autopsia svolta il 4 novembre scorso ose sia necessario esaminare di nuovo la salma che si trova in Inghilterra. Per questo la famiglia di Meredith ha scelto di non procedere finora alla sepoltura per evitare una eventuale riesumazione. I congiunti della studentessa saranno quindi presenti all'incidente probatorio tramite l'avvocato Francesco Maresca. Il legale ha comunque annunciato che non nominera' dei propri consulenti, affidandosi a quelli scelti dal pubblico ministero Giuliano Mignini. All'udienza davanti al gip parteciperanno i legali di tutti gli indagati: Raffaele Sollecito, Amanda Knox, Rudy Hermann Guede e Patrick Lumumba Diya. Erano stati proprio i difensori del musicista congolese, l'unico tornato in liberta', a chiedere l'accertamento tecnico. Alla richiesta di incidente probatorio - nel quale si dovra' tra l'altro accertare anche quanto tempo sia passato tra il ferimento della giovane al collo e la morte - aveva espresso parere negativo il pubblico ministero. Secondo il pm, infatti, qualsiasi accertamento sul cadavere di Meredith ''non appare piu' utilmente praticabile''. Dagli accertamenti medico legali eseguiti finora e' emerso che Meredith Kercher potrebbe essere morta tra le 21 e le 23 del primo novembre scorso, colpita da un coltellata al collo mentre si trovava nella camera dell'abitazione presa in affitto a Perugia. Nell'ordinanza con la quale il gip ha convalidato i fermi lo stesso giudice ha scritto che il consulente tecnico del pm ha collocato inizialmente la mortealle ore 23 del primo novembre ''con scarto minimo e massimo di circa un'ora con la conseguenza che l'arco temporale da prendersi in considerazione doveva indicarsi tra le ore 22 e le ore 24''. A tale conclusione - si spiega nel provvedimento - giungeva sul presupposto di una cena consumata alle 21, ma dagli atti risulta che l'orario puo' ''sicuramente essere anticipato''. Secondo quanto riferito agli investigatori da Sophie, un'amica della vittima, alle 21 il pasto era gia' terminato.