Il comparto ceramico dell’Alto Chiascio è in crisi e non è una novità. A ulteriore conferma arriva il risultato di un doppio questionario sottoposto da Confartigianato e Cna a 16 produttori di ceramica del territorio, impegnati nell’attività di export. Un campione piccolo, se si considera che in tutto gli artigiani del comparto eugubino-gualdese sono 80 tra piccole botteghe, ditte individuali, imprese e industrie che producono semilavorato, ma comunque rappresenatativo di un andamento. Dall’indagine emerge infatti che le esportazioni hanno subito una discreta flessione negli ultimi 4 anni. Per l’11,8% delle imprese l’export è invariato, per il 29, 4% diminuito del 25%. Un calo pari al 50% è stato riscontrato dal 17,6% dei produttori contattati. Flessione oltre il 50% per l’11,8% dei ceramisti del territorio. Un trend che si è stabilizzato su questi dati negli ultimi 2 anni, come rilevano da Confartigianato. Dalla stessa associazione degli artigiani viene fatto notare che nonostante il segno negativo alla voce esportazioni, il tessuto produttivo ha retto, con livelli occupazionali che non hanno subito notevoli variazioni, nonostante il calo di qualche unità produttiva. Anzi da quanto emerge dai questionari, il settore della ceramica artistica e industriale, che trova in Gubbio e Gualdo Tadino non solo i centri più vocati del comprensorio, ma dell’Umbria intera dimostra notevoli vitalità e spirito d’iniziativa. La ricerca, infatti, volta anche a testare la volontà e disponibilità delle botteghe e le imprese artigiane a porre in essere azioni di promozione strategica del prodotto ceramico sui mercati esteri con fiere, showroom, incontri con compratori, ha evidenziato come sostiene Franco Castellani della Confartigianato di Gualdo Tadino una grosso dinamismo del settore, intenzionato ad uscire dalla crisi quanto prima. Gli intervistati hanno manifestato - rileva Castellani interesse nei confronti di situazioni promozionali e interventi su misura.