Il semplice affacciarsi dell'ipotesi dell'apertura di una moschea ha messo in subbuglio un intero quartiere storico tifernate. Al Prato infatti è già stata lanciata una petizione per opporsi all'insediamento di un luogo di culto in pieno centro storico. La raccolta di firme avrebbe già riscosso numerose adesioni ed entro la settimana i promotori dell'iniziativa vorrebbero consegnarla al sindaco per ottenere un intervento dell'amministrazione. Nessuno da queste parti vuol convivere con la paura di ritrovarsi proprio in casa un ricettacolo di immigrati facilmente associabile a quelli da dove in altre città italiane sono venute fuori cellule impazzite del terrorismo. A contribuire al dilagare di questo tipo di inquietudine c'è anche un'altra circostanza. La moschea dovrebbe sorgere all'interno di un capannone nei pressi del ponte sul Tevere oggi adibito a deposito di frutta, che pare sia stato venduto o starebbe per essere venduto alla cifra di oltre 600 mila euro. La gente si chiede da dove possa arrivare un simile investimento, visto che difficilmente i finanziatori possno essere identificati con l'immigrato medio che vive in Altotevere. Trattandosi al momento di una transazione privata, risulta che l'amministrazione comunale non sia a conoscenza di alcun proposito di aprire una moschea. Mentre i residenti del Prato suono sul sentiero di guerra, i consiglieri comunali di Forza Italia chiedono all'amministrazione di fare chiarezza sulla questione.