Il saluto commosso e fraterno della diocesi, della citta', al vescovo monsignor Pellegrino Tomaso Ronchi, che dopo sedici intensi anni di episcopato lascia il "testimone" a monsignor Domenico Cancian. Si e' consumato, nel tardo pomeriggio di ieri in cattedrale (gremita come nelle occasioni "storiche"), di fronte al clero diocesano, alle autorita' civili e militari, ai fedeli, l'ultimo atto ufficiale di un "mandato" iniziato nel "lontano" febbraio 1991. Nel corso dell'omelia il vicario della diocesi, Don Franco Sgoluppi ha letto un discorso a nome del clero e della comunita' locale. "Innanzitutto siamo qui noi preti e diaconi, primi e insostituibili collaboratori dell’ordine episcopale, sono qui i 7 preti che con l’imposizione delle sue mani sono stati associati al Sacerdozio di Cristo. Siamo qui - ha detto don Franco Sgoluppi- per dire grazie del suo ministero e dello stile del suo Episcopato. Un ministero che ha sempre privilegiato l’ordinario, il semplice, il quotidiano; uno stile fatto di semplicità, cordialità, immediatezza, incontro, ascolto. etto dalla convinzione che una pluralità di carismi arricchisce e non impoverisce una Diocesi. "Il popolo di Dio di Città di Castello che il Signore Le ha affidato nel marzo 1991 è qui stasera - ha concluso il vicario - per dire grazie di questi anni trascorsi insieme". Visibilmente commosso ma determinato come sempre il vescovo tifernate ha voluto lasciare l'ultimo indelebile segno della sua permanenza in diocesi, fino a svelare un desiderio che, proprio in questo momento solenne ha ufficializzato di fronte alla sua comunita' religiosa e cioe' quello di essere "sepolto nella
cattedrale". "Carissimi amici - ha dichiarato il vescovo - il 23 settembre prossimo terminerò il mio servizio di vescovo della diocesi di Città di Castello e mi preparo a consegnare il pastorale all’amico fraterno Padre Domenico Cancian, che il Papa, Benedetto XVI, ha designato a succedermi il 9 marzo 1991 e, a Dio piacendo, 23 settembre 2007, è l’arco di tempo della mia vita pastorale con voi. Sono stati tra gli anni più belli dei miei 22 anni di episcopato, essendo stato ordinato vescovo dal Servo di Dio Giovanni Paolo II il 6 gennaio 1985. E ringrazio immensamente il Signore che me li ha donati, al di là di ogni merito e perfino di ogni mia aspettativa. Mi avete dato tanto, da farmi sperimentare quanta gioia c’è nel credere in Cristo e sentirsi sua Chiesa." "Vorrei, in questo nostro ultimo incontro ufficiale - ha concluso monsignor Pellegrino Tomaso Ronchi - darvi serenità, fiducia in voi stessi, nonostante i nostri limiti e gli insuccessi del nostro lavoro. Dio è più grande dei nostri limiti! Con la cessazione del mio servizio di vescovo residenziale non cesserà il mio legame con la diocesi: un legame che ho sempre vissuto, come interiore e, quindi, definitivo. Questa Chiesa è la mia famiglia: io non ho altro sulla terra. E se un desiderio mi può stare a cuore sarebbe quello di essere sepolto in questa cattedrale, aspettando in Cristo la risurrezione". Al termine della cerimonia ufficiale, prima della consegna da parte dei sacerdoti di un quadro raffigurante i santi patroni della citta', il sindaco di Citta' di Castello, Fernanda Cecchini, ha pronunciato dall'altare un discorso a nome di tutte le municipalita' della diocesi. ""Credo sarebbe ingiusto sacrificare all'ufficialità - ha dichiarato il sindaco Fernanda Cecchini, nel sentito discorso di saluto - il desiderio di manifestare in pubblico il profondo sentimento di riconoscenza e di amicizia che mi lega a monsignore Pellegrino Tomaso e che racchiudo in un grazie scritto a caratteri cubitali e scandito con un'eco che immagino senza confine e reiterata
nella memoria dei tanti bambini, piccoli cittadini di Città di
Castello, che hanno avuto dal Vescovo una carezza ed un piccolo
dono e che non avranno avuto modo di ricambiargli tanta dolcezza
in questi ultimi giorni della sua permanenza in città".
Città di Castello/Umbertide
10/09/2007 08:27
Redazione