E’ Renato Cesca il nuovo Presidente della Cna Provinciale di Perugia. La nomina è avvenuta nel corso dell’ultima Assemblea elettiva dell’Associazione che si è svolta ieri sera presso il Castello di Monterone a Perugia. Un’assemblea che, come da statuto, giunge al termine della lunga stagione congressuale, durante la quale gli iscritti hanno eletto i gruppi dirigenti delle Unioni di settore e dei territori. Cesca, 56 anni, titolare della NCM Spa di Foligno, industria meccanica di precisione, che opera, tra l’altro, nel settore energetico ed aeronautico, succede a Giovanni Bartolini che ha guidato l’Associazione negli ultimi due mandati, traghettandola nella stagione della capitalizzazione, con l’apertura di numerosi sedi di proprietà nelle più importanti città della Provincia. Una stagione caratterizzata dalla maggior ricerca di sinergie tra le varie componenti del sistema, anche territoriali, che ha portato alla costituzione di un unico consorzio fidi regionale, Fidimpresa Umbria (oltre 11mila imprese associate, 3 sedi dirette, 20 sedi periferiche, 79 milioni di euro le garanzie in essere al 31/12/2008). Un’eredità, questa lasciata da Bartolini, imprenditore di Bevagna del settore impiantistico, che lascia al neo eletto Presidente consacrando il passaggio a Cna come forza sociale, oltre che politico-sindacale. L’organismo dirigente provinciale dell’Associazione, che ha salutato con un caloroso applauso il presidente dimissionario Bartolini, alla conclusione dei due mandati previsti dallo statuto, ha accolto altrettanto calorosamente il Presidente Cesca, che guiderà l’associazione (oltre 5.400 imprese) sino al 2013. “La Cna è cresciuta in questi anni, rafforzando il proprio rapporto con le imprese e conquistandosi uno spazio importante, soprattutto per merito del suo gruppo dirigente e, in particolare, del presidente Giovanni Bartolini, che ringrazio caldamente per il suo contributo e valore”, ha affermato Cesca. “Il mandato che ho ricevuto dall’Assemblea provinciale è rivolto ad affermare il ruolo decisivo dell’Associazione nelle scelte indispensabili per lo sviluppo del nostro territorio”, ha puntualizzato il neo Presidente. La piccola e media impresa deve essere considerata il perno e il motore stesso dell’economia provinciale. La nostra Associazione, che ne costituisce l’espressione più rilevante, intende assumersi fino in fondo le proprie responsabilità in questa direzione, potendo contare su un grande patrimonio di risorse imprenditoriali, professionalità e competenze. D’altra parte, la Cna è cresciuta perché le sue radici tra le imprese sono profonde e per la sua capacità di cogliere i cambiamenti avvenuti in questi anni nella società, e non solo nell’economia”. La nuova Assemblea provinciale si è presentata ampiamente rinnovata, molti i giovani imprenditori, le nuove professioni e incisiva inoltre la componente delle imprenditrici. Un risultato di cui Cna è orgogliosa, come ha sottolineato il direttore Paolo Annetti che ha ricordato i punti cardine delle strategie associative, confermate dalla stessa Assemblea provinciale: formazione, giovani e ricambio generazionale, ambiente e sviluppo sostenibile, innovazione, sviluppo dei sistemi in rete e delle relazioni tra imprese e territorio. In questo senso, la crisi non costituisce un incidente di percorso, quanto un forte “stimolo al cambiamento, alla necessità di compiere le scelte indispensabili per un nuovo sviluppo del nostro territorio, caratterizzato da maggiore dinamismo competitivo e coesione, poiché – ha ricordato Annetti – la sfida dell’economia del futuro è una sfida di sistema La Cna – ha sottolineato Annetti – in questi quattro anni si è distinta per qualità dell’interlocuzione politica e delle proposte progettuali e, soprattutto, nel livello di partecipazione degli imprenditori ala vita associativa”. Chiaro anche il messaggio ai “nuovi amministratori”: “Lavorare da subito e insieme per aiutare le imprese e l’economia provinciale a fronteggiare le pesanti conseguenze della crisi e, al tempo stesso, preparare le condizioni per una nuova fase di crescita del territorio e della Regione”. Ad accompagnare Cesca nel suo mandato, una Presidenza, in parte anch’essa rinnovata, composta da 7 membri: Giancarlo Cardinali (vicepresidente, già vicepresidente Cna-Fita), Fabrizio Salvanti (vicepresidente e Presidente Cna Comunicazione), Enzo Coltrioli (presidente Cna Città di Castello), Mario Rossi (Presidente Cna Perugia), Leonello Antonelli (Presidente Cna Costruzioni) e Mauro Spigarelli (Presidente Cna Artistico e Copresidente Cna Gualdo-Gubbio). L’Assembela è stata preceduta da una Tavola rotonda su “LOCALISMO E GLOBALIZZAZIONE: LA COMPETIZIONE TRA MODELLI DI SVILUPPO E DI SISTEMI DI IMPRESE” , una riflessione sulle strategie per affrontare questa nuova competizione, connettendo il localismo delle imprese con il mercato globale, ricercando nuove forme di aggregazione, sfruttando l’innovazione tecnologica e la ricerca per costruire sistemi di imprese ed assicurare alcuni servizi a rete che ne sviluppino tutte le potenzialità, così da renderle protagoniste di un nuovo sviluppo economico, certamente possibile nonostante l’attuale difficile congiuntura. Al tavolo dei relatori, coordinati dal giornalista Riccardo Marioni: il Prof. Luca Ferrucci (Università di Perugia,Economia e Gestione delle Imprese); il Prof. Josè Maria Kenny (Università di Perugia,Presidente Centro Europeo sui Materiali Polimerici Nanostrutturati di Terni), Luigi Rossetti (Politiche industriali e per il Credito alle Imprese, della Regione Umbria, Roberto Centazzo (CNA Emilia Romagna, Responsabile Ricerca e Sviluppo) e Sergio Silvestrini (Segretario generale CNA nazionale). Molti i temi dibattuti, dalla necessità di uscire dalla crisi “con una nuova imprenditorialità e con l’innovazione di nuovi settori” (Ferrucci), all’urgenza di “superarla facendo affidamento sulle risorse umane e sulla ricerca, invertendo così la rota che vuole l’Italia fanalino di coda su questo versante in Europa” (Kenny). Fondamentale in questo percorso lo sviluppo delle reti tra imprese, ricordato sia da Centazzo ceh dal segretario nazionale Silvestrini. “Superare gli egoismi nazionali per restituire alle imprese un’Europa ancora protagonista dello sviluppo”, ha detto quest’ultimo, “poiché le filiere, ha ricordato Ferrucci, si fanno su più livelli e non sono solo di territorio o di distretto”. Fondamentale, ha sottolineato Rossetti, la crescita dimensionale delle imprese, la crescita relazionale tra esse e la crescita di innovazione e ricerca. Il modello Umbria, tutto sommato, funziona. Il 30% dei progetti di filiera – ha ricordato Rossetti – non solo va in porto ma ha un futuro”.
Perugia
11/07/2009 09:56
Redazione