In Italia 6 imprese artigiane su 10 sono ferme per l'emergenza coronavirus. In Umbria, secondo la rilevazione della Cgia di Mestre, il 61 per cento delle imprese artigiane è stata costretta a chiudere, perché non operante nei settori ritenuti indispensabili. Le imprese che continuano a lavorare per garantire beni e servizi di prima necessità sono quasi 488mila in Italia e circa 7.400 in Umbria. Molte hanno dovuto ridurre la propria produzione, a a seguito di malattie o per ragioni di sicurezza. Altre continuano a lavorare a fronte di mancati pagamenti. Molte di quelle costrette a chiudere rischiano di non riaprire neanche una volta superata l'emergenza sanitaria. Il comparto dell'artigianato, stima sempre la Cgia di Mestre, in un solo mese, da quando è esplosa l'emergenza Coronavirus, ha perso 7 miliardi 359 milioni di euro in Italia, di cui 117 milioni di euro in Umbria.
"Dati drammatici", di fronte ai quali Confartigianato Imprese Perugia chiede "interventi urgenti, anche alle istituzioni locali". Il presidente di Confartigianato Imprese Perugia, Giorgio Buini, e il segretario Stelvio Gauzzi osservano - in un comunicato - che le nuove misure del governo non andranno nella direzione auspicata dalle piccole imprese: "in attesa del decreto definitivo, si stima che, di fatto, più del 50% delle risorse(50 + 200 miliardi) sono riservati al 5% delle imprese, ovvero a quelle esportatrici". Il tempo di restituzione dei finanziamenti, poi, è, giudicato troppo breve e "le aziende del Centro Italia, già piegate dal terremoto del 2016, avranno ancora più difficoltà, perché si troveranno a pagare il finanziamento ottenuto per il post terremoto dove nulla, di fatto, è ripartito". Confartigianato attende poi di "verificare il comportamento del sistema bancario".
Perugia
07/04/2020 16:41
Redazione