La desertificazione dei piccoli centri rurali colpiti dal terremoto si combatte ritrovando la memoria storico artistica e architettonica dei luoghi, preservandone l'identità e allo stesso tempo riconvertendoli - senza snaturarli - ad attrattori turistici.
È quanto emerge dall'analisi dell'Ordine degli architetti dell'Umbria sugli sviluppi urbanistici successivi al sisma del 1997: ed è il modello da seguire per le aree colpite dai terremoti del 2016. La teoria è stata espressa dalla presidente dell'Ordine degli architetti dell'Umbria Maria Luisa Guerrini, ad Expo Casa, nell'ambito dell'evento formativo dei professionisti del cuore verde.
L'approfondimento ha evidenziato come lo spopolamento di borghi e piccoli agglomerati devastati dal sisma di 21 anni fa “non sia ancora risolto, affrontato con i numeri di una ricostruzione riuscita per le prime case e solo in parte per le seconde case” ha spiegato Guerrini. Secondo lo studio della presidente dell’ordine degli architetti “molta parte dell’abbandono di questi luoghi è imputabile alla perdita della loro memoria , mentre il recupero può essere attuato seguendo l’esempio virtuoso di paesi rinati grazie ad una nuova vocazione turistica”. Quella che si è conclusa nei giorni scorsi al centro Umbriafiere di Bastia Umbra è stata la seconda edizione in cui è stato coinvolto l’Ordine degli architetti per organizzare un evento di largo respiro, che questa volta doveva rispondere al tema della fiera “Abitare ovunque e comunque”. Per l’occasione gli architetti perugini hanno scelto di proiettare il film di un giovane regista modenese, l’ingegner Davide Maffei, “Il villaggio Eni, un viaggio verso il futuro”, che narra la storia dell’insediamento residenziale-vacanziero realizzato dall’industriale Enrico Mattei a Borca di Cadore tra gli anni ’50 e ’60, simbolo di una visione filantropica dell’uomo d’affari verso i suoi lavoratori, che ancora oggi viene visto come esempio ben riuscito di architettura raffinata e funzionale realizzata dall’architetto Edorardo Gellner ma anche come utopico sperimento sociale ancora vivido nei ricordi di chi lo ha vissuto. All’evento è intervenuta anche l'architetto Alessandra Ferrari consigliera dell’ordine nazionale degli architetti. Ferrari ha affrontato il tema della cultura dell’abitare, producendo esempi concreti di come una buona progettazione urbanistica e progettuale in genere può migliorare la vita di chi abita luoghi ben pensati e riusciti, in contrasto a quanto invece avviene se il luogo è concepito semplicemente per celebrare se stesso.