Il mondo dell'agricoltura presenta le sue richieste ai candidati alla presidenza della regione Umbria.
Il documento con le proposte di Confagricoltura Umbria è stato consegnato a due delle concorrrenti in lizza, Stefania Proietti e Donatella Tesei, lunedì 28 ottobre all’Hotel Giò Wine di Perugia in una assemblea generale dell’associazione degli agricoltori.
Il confronto, con la discussione delle proposte che il mondo agricolo fa alla politica, è stato anticipato dai saluti e dall’introduzione al dibattito di Fabio Rossi, presidente Confagricoltura Umbria. A seguire, prima delle due candidate, l’intervento tecnico di Francesca Todisco del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università degli Studi di Perugia. I lavori dell’assemblea sono stati conclusi dal vicepresidente nazionale di Confagricoltura Giordano Emo Capodilista.
“Secondo alcuni gli agricoltori sono quelli che inquinano di più e che consumano acqua, una teoria che non ha nessun approccio tecnico e scientifico” ha affermato Rossi introducendo il confronto: “Quello che vogliamo emerga oggi è mettere in evidenza quali sono i nostri compiti e doveri e qual è la nostra visione, quella di lavorare per creare valore aggiunto e questo si fa dicendo e dimostrando di essere sostenibili”.
L’agricoltura, come sottolineato ancora, è coltivazione, zootecnia, silvicoltura e sviluppo delle filiere conseguenti (spesso determinato dalle stesse imprese agricole in forma singola ed associata), ma anche erogazione di servizi, tra i quali ricettività, attività educative, attività a valenza sociale, produzione di agroenergie.
L’agricoltura è anche erogazione di “beni pubblici” tra i quali la gestione del territorio e la presenza di attività umane ed economiche nelle aree più marginali della regione, e contribuisce così a formare il piccolo argine allo spopolamento e all’abbandono.
Per tutti questi motivi Confagricoltura Umbria si aspetta una revisione degli strumenti che sono leva di sviluppo, potenziandone alcuni e modificandone altri.
Considerando pure che il settore agricolo soffre di alcune debolezze, fragilità, sfide: invecchiamento, cambiamenti climatici, tipologie di lavoro, tecnologia, regole produttive, redditi non esaltanti, tutti fenomeni che stanno pesantemente impattando anche sul tessuto produttivo dell’Umbria.
L’agricoltura è schiacciata da un mercato che spesso non ripaga i costi di produzione o lascia margini talmente esigui da non fornire risorse per sviluppare il settore.
L’agricoltura è inoltre governata da una burocrazia molto pervasiva e questo genera una serie di problematiche ed inefficienze che paralizzano e soffocano le imprese. Una burocrazia in grado di generare “gravami” illogici ed in grado di costruire obblighi e scadenze incoerenti con la realtà.
Serve quindi una seria revisione di un quadro di norme che fanno riferimento all’ambiente, all’urbanistica ed alla sanità in quanto non si basano su percorsi “sostenibili” per perseguire finalità di carattere ambientale, paesaggistico, sanitario, finendo per porre vincoli all’esercizio della libertà di impresa in agricoltura senza un fondamento scientifico e tecnico, senza una adeguata fase di partecipazione con le rappresentanze del settore, senza un percorso di accompagnamento.
L’agricoltura è un sistema economico inserito nelle grandi filiere agroalimentari ed agroindustriali del paese così come nel sistema della ricettività e del valore immateriale di un territorio.
Confagricoltura Umbria ritiene che si debbano migliorare le politiche che si rivolgono ad un settore economico ed ai suoi attori professionali. Queste politiche debbono essere distinte da quelle trasversali destinate al tessuto rurale che comprende anche l’agricoltura non professionale. Le imprese agricole professionali operano con lavoro autonomo e/o con personale dipendente ed hanno una dimensione economica minima imprescindibile.
Si ritiene che sia giunto il momento di fotografare la soglia che identifica le imprese professionali sulla base di criteri economici. Un criterio che per Confagricoltura ha una validità universale è il volume di reddito: questa soglia economica potrebbe corrispondere (sommando reddito da impresa e reddito da lavoro) al reddito annuale di un operario specializzato (siamo nel campo delle microimprese).
Per Confagricoltura le aziende agricole più piccole dovrebbero poter accedere a strumenti destinati alle imprese agricole qualora si presentassero alla richiesta di contributi in forma associata: tramite le aggregazioni è possibile rafforzare la dimensione economica dell’agricoltura rendendola più competitiva ed attrattiva.
Le politiche per una immagine coordinata dell’Umbria che hanno guidato le campagne di pubblicità e dato una linea alle tante attività pubbliche e private di promo-commercializzazione hanno avuto il merito di sintetizzare l'identità del territorio. È una politica da proseguire con decisione e con maggiore convergenza.
Si evidenzia come, accanto alle città d’arte, ai borghi, alle emergenze storico artistiche ed anche al valore delle tante iniziative culturali che rendono viva ed attrattiva l’Umbria, ci siano due “valori” che partono dall’agricoltura: l’agroalimentare, con il ricco patrimonio enogastronomico, ed il paesaggio, largamente modellato e gestito dall’agricoltore.
Le incomprensibili penalizzazioni dell’agricoltura in virtù di principi astratti finiscono quindi con il danneggiare l’intera comunità regionale.
Tra le questioni messe al centro del documento c’è quella della revisione degli strumenti generali che sono deputati alla protezione della risorsa idrica e regolano il suo utilizzo. Tra le richieste, quelle di aggiornare il piano di tutela delle acque, assicurando una adeguata, costante partecipazione sul piano politico e sul piano tecnico delle rappresentanze e coinvolgendo il mondo della ricerca al fine di basare la revisione su criteri oggettivi. Sul fronte dell’accesso si chiede: di effettuare una ricognizione totale dei sistemi irrigui pubblici realizzati per valutare lo stato di efficienza di funzionamento; di realizzare un piano di ripristino dei laghi di invaso privati (ivi compresa la caratterizzazione del materiale da estrarre per un suo agevole spandimento nei campi) e di realizzazione di nuovi laddove i sistemi pubblici non sono in grado di offrire un accesso nel breve periodo; di svolgere approfondimenti necessari e conseguenti revisioni normative ed implementazione di servizi pubblici atti a favorire accanto ad un uso accorto della risorsa idrica a fini irrigui un effettivo ampliamento delle superfici irrigabili sia in pianura che in collina.
Tra gli altri temi nel documento, anche quelli della FAUNA SELVATICA, con danni alle produzioni e le problematiche sanitarie e urbanistiche connesse, e dell’AGROENERGIA (fotovoltaico e biogas). Sul fronte delle POLITICHE E LEVE ECONOMICHE, si parla di mercato e creazione della ricchezza, strumenti finanziari ed accesso al credito, sviluppo rurale, formazione delle competenze e servizi di supporto all’innovazione e allo sviluppo tra pubblico e privato.
Perugia
29/10/2024 06:38
Redazione