Era originaria di Gubbio una delle due vittime sul Gran Sasso

Era originario di Gubbio, Massimo Ledda, una delle due vittime della valanga di fango e detriti che ha travolto un gruppo di perugini appassionati di montagna sul Gran Sasso. Ledda, 65 anni, era in pensione dopo essere stato funzionario Inps a Perugia: da anni viveva a Corciano con la moglie e il figlio, ma era nato e cresciuto a Gubbio insieme alla famiglia. La montagna era la sua grande passione, da almeno una decina d’anni, da quando con il Cai di Perugia aveva abbracciato questa disciplina affascinante ma allo stesso tempo con i suoi rischi. E il maltempo di sabato pomeriggio ha messo a nudo l’altra faccia della medaglia per un escursionista pur preparato ed esperto. Il gruppo di 18 persone era partito da Campo Imperatore per attraversare la parete aquilana del Gran Sasso, destinazione monte Prena a 2560 metri. A metà strada però le condizioni meteo sono peggiorate e la maggior parte dei partecipanti ha preferito ritornare sui suoi passi: in 4 hanno proseguito, spinti da una sviscerata passione e dalla fiducia di poter comunque affrontare anche le difficoltà del maltempo. All’improvviso una pioggia di detriti e fango si è abbattuta sui 4: in due, Ledda e il derutese Claudio Moroni, di 52 anni, hanno avuto la peggio, trascinati a valle per diverse centinaia di metri. Inutili i tentativi degli altri escursionisti di evitare la caduta, per loro il salvataggio è stato rifugiarsi in una grotta per evitare lo stesso destino. I soccorsi del gruppo alpino de L’Aquila hanno consentito solo il recupero delle salme: per loro non c’era più nulla da fare, la morte è sopraggiunta sul colpo. Primogenito di 4 fratelli, la famiglia originaria della Sardegna, Ledda era comunque rimasto legato a Gubbio. La sua grande passione però era la montagna: una passione purtroppo rivelatasi fatale in un pomeriggio estivo sulle rocce del Gran Sasso. I funerali di Ledda si svolgeranno domani pomeriggio alle ore 17 alla chiesa del Girasole a Perugia.