L’avvocato perugino Francesco Calabrese, legale dell’onorevole Udc Maurizio Ronconi, tra gli atti documentali allegati alla memoria difensiva del 5 aprile di quest’anno ha incluso perfino la ricetta della salsa all’amatriciana, a dimostrazione che altro non si tratta che di pomodoro e peperoncino. E piccante l’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto il suo assistito lo era davvero, visto che, oltre un anno fa, e precisamente il 19 giugno del 2006, l’onorevole Ronconi, a proposito dello scandalo che aveva portato all’arresto di Vittorio Emanuele di Savoia, se ne era uscito con un’espressione colorita, una giustizia all’amatriciana, quella della Procura di Potenza, che è un pruriginoso cocktail fatto di donne e casinò, di principi e faccendieri”. Una definizione certo incisiva ma poco gradita all’inarrestabile Woodcock che il 14 settembre querela l’onorevole. Segue, il 9 novembre dell’anno scorso, la richiesta di archiviazione da parte del pm della Procura della Repubblica di Torino, competente per territorio, essendo stato commesso, il reato, nel capoluogo piemontese. Woodcock però non si arrende e venti giorni dopo, il 29 novembre, presenta formale opposizione alla richiesta di archiviazione. La vicenda approda dunque, il 15 giugno di quest’anno, di fronte al gip di Torino Simone Pierelli che nel corso dell’udienza preliminare firma l’ordinanza di archiviazione sostenendo il diritto di critica dell’indagato. Giustizia all’amatriciana dunque non ha alcun carattere offensivo o diffamatorio. Tanto che a pagina due dell’ordinanza si legge testualmente come il pubblico ministero ricordi che l’area del diritto di critica comprende espressione di giudizi che come tali non possono pretendersi rigorosamente obiettivi. Alla pagina successiva il concetto, che di fatto esime Ronconi dalla perseguibilità penale, è ribadito ancora una volta. “Rimane innegabile - scrive il gip – come un cittadino, prima, e un parlamentare, poi, abbia il sacrosanto diritto di esprimere un’opinione critica”. Il sacrosanto diritto, appunto. Così legittimo da svincolare da ogni possibile ipotersi di reato la pur vigorosa espressione utilizzata dal parlamentare umbro che l’amatriciana apprezza, c’è da giurarci, più come pietanza che come sistema di giustizia.
Alessandra Cristofani
Foligno/Spoleto
17/07/2007 07:43
Redazione