Domenica 19 gennaio alle ore 18.00 alla sala ex Refettorio della Biblioteca Sperelliana si svolgerà l’ultimo concerto della Stagione “Concerti aperitivo”, “Mi chiamo Erik Satie come chiunque” è uno spettacolo costruito su testi e musiche del geniale compositore Erik Satie con Barbara Rizzi al pianoforte e la voce recitante di Carla Manzon. A conclusione della fortunata rassegna “Concerti Aperitivo” intendo ribadire il sostegno dell’Amministrazione comunale all’iniziativa e la piena soddisfazione per questa formula, una stagione concertistica parallela a quella della prosa, che nella nostra città ancora mancava. Si è rivelato altresì vincente l’abbinamento concerto e aperitivo, preparati a rotazione dai pub di Gubbio e offerti al termine di ogni concerto, con il quale si è creata una inedita occasione di incontro ravvicinato con gli artisti, che hanno potuto dialogare in modo informale con il pubblico, alla fine dei concerti. All’infaticabile impegno di Katia Ghigi, che ha promosso la manifestazione organizzata dall'Associazione Amici della Musica, con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Gubbio e il sostegno della Camera di Commercio di Perugia va il plauso dell’Amministrazione comunale per tale proposta musicale e per la capacità di dialogare con vari generi e fasce di pubblico, soprattutto giovanili. La rassegna si chiude con un concerto particolarissimo che, sicuramente, fa ben sperare per la prossima edizione. Erik Satie, uno dei grandi “costruttori” della musica contemporanea, aveva l’abitudine di inserire tra le righe del pentagramma, oltre alle note, anche sue particolari composizioni, aforismi, brevi testi umoristici e così via, creando reali difficoltà agli interpreti dei suoi brani. In questo spettacolo, il problema viene risolto, con una voce recitante che offre una lettura intelligentemente mirata del testo relativo ad ogni composizione, immediatamente prima dell’interpretazione pianistica, altrettanto raffinata e come distillata, della partitura corrispondente. Per il suo carattere insolito e spesso amabilmente sconcertante, ogni testo si imprime così nella mente dell’ascoltatore, permettendogli di percepire con eccezionale rilievo la musica, generalmente brevissima, suonata subito dopo.