Gubbio: Guerrini perde Di Benedetto che si dimette

“Caro sindaco, la mancanza da parte tua di una lucida idea del compito amministrativo che la città di Gubbio ti ha affidato, di come perseguire i risultati in un’evidente situazione disastrosa come quella che ci si è prospettata mi vedono costretto a rassegnare le dimissioni”. Raffaello Di Benedetto, assessore ai lavori pubblici al Comune di Gubbio, pilastro del governo Guerrini, ieri ha consegnato il documento con il quale esce dalla giunta e da Palazzo Pretorio. Una lettera protocollata con numero 39373. L’ennesimo scossone nella vita amministrativa di Gubbio questa volta potrebbe essere un vero e proprio sisma di magnitudo impressionante. Da vedere ora se le dimissioni saranno accettate o respinte dal sindaco o se lo stesso assessore tornerà sui suoi passi. Alla luce delle parole scritte ieri però, sembra difficile che ci posa essere un lieto fine a questa nuova puntata della storia; “al punto in cui siamo giunti risulta impossibile un reciproco rapporto di convivenza istituzionale capace di dare frutti, anche se ormai è ben evidente lo stato di avanzamento per la risoluzione dei problemi più importanti. Dopo 16 mesi di durissimo lavoro penso che sia mio dovere riconoscere l’impossibilità di una convivenza reciproca, anche nel bene e nell’interesse dei cittadini stessi. Mi consola in questo triste momento – scrive ancora Di Benedetto – che quello che ho fatto, se utilizzato, potrà ancora essere vantaggioso per la città di Gubbio”. Parole al vetriolo quelle dell’uomo all’urbanistica di Guerrini e che toccano anche scelte personali del primo cittadino: “è evidente ormai non solo a me ma anche a molti cittadini – è scritto nella lettera – una tua scelta personale che ti sta allontanando dalla sinergia e da un rapporto politico ed umano da noi tutti offerto”. Ma a chi pensasse che Di Benedetto sia pronto a ritirarsi a vita privata sbaglia, visto quanto è scritto in chiusura di lettera: “Non butterò comunque la spugna ed il mio impegno cercherò di riversarlo in un’attività politica che mi possa permettere di credere ancora che esiste un progetto utile alla comunità. Questo – prosegue lo scritto – al di là delle caratterialità delle persone e della sfiducia che situazioni come queste creano nei cittadino. Mi sento libero da continue provocazioni e lontano da gratuite offese alle quali non mi è stato dato neppure il permesso di rispondere”.