"Mi sono sentito come Pinocchio che va dal giudice a denunciare un furto subito e d'improvviso si ritrova arrestato". Affida a questa immagine il ritratto del suo stato d'animo il sindaco di Gubbio Filippo Stirati nella conferenza stampa convocata per illustrare la sua posizione all'indomani dell'avviso di garanzia ricevuto per irregolarità nella gestione della discarica di Colognola. Indagine che lo chiama in causa come legale rappresentante pro tempore del Comune di Gubbio, proprietario e gestore della discarica, insieme al dirigente comunale Raffaele Santini e a tre tecnici esterni della Cooprogetti. Il sindaco, che più volte aveva sollecitato la Regione Umbria perchè la discarica fosse inserita nella rete di siti di discarica regionali, da cui è fuori fin dalla sua attivazione, e che proprio alcune settimane fa aveva riconfermato la richiesta in occasione del summit per la questione di Borgoglione, sottolineando la difficoltà oggettiva del Comune a gestire direttamente il sito accollandosi gli innumerevoli adempimenti, tra questi monitoraggi ( almeno 1000 ), che la discarica richiede, nonchè l'onere economico del suo post mortem, oggi lo stesso sindaco si trova indagato proprio su Colognola . Nel ribadire la sua onestà, Stirati puntualizza ruoli e responsabilità: " Non si può non distinguere un sindaco che ha un ruolo politico, da quello di un tecnico, pur ribadendo la mia fiducia nell'operato dei tecnici".
Stirati presenta gli atti volendo come prima cosa rassicurare i cittadini sull'inquinamento delle falde acquifere dell'area di Colognola: presenta la relazione Arpa, datata 2014, in cui, pur rilevando valori di solfati, ammoniaca e manganese sopra i livelli , la contaminazione, secondo Arpa, coinvolge "orizzonti saturi di modesta estensione e continuità, di scarsa importanza idrogeologica e irrilevante significato ecologico", tanto non prevedere la bonifica.
Quanto al percolato portato da Colognola all'impianto di depurazione di S. Erasmo e alla presenza in esso di tensioattivi sopra la norma , il sindaco stigmatizza l'operato delle autorità ispettive che dal rilevamento dello sforamento nel settembre 2016, hanno comunicato il dato al Comune solo nel maggio 2017, mancando di tempestività. Tempestività che invece, venuto il Comune a conoscenza del problema, avrebbe dimostrato nell'attivare da lì in poi campionamenti e verifiche.
Il sindaco si dice sereno dell'iter giudiziario che farà il suo corso, mentre la preoccupazione resta per il futuro di Colognola che ad oggi deve essere chiusa e riambientata . Un ostacolo titanico per il Comune che chiede alla Regione di intervenire. " Chiudere Colognola - afferma Stirati . costa 4 milioni e mezzo di euro, di cui 2 e mezzo subito. La Regione non può abbandonarci"
Se la risposta da parte della Regione dovesse essere negativa, sarà inevitabile chiedere quei soldi ai cittadini di Gubbio, colpevoli loro malgrado di non aver accantonato per tempo soldi per il post mortem. Una discarica, finchè è attiva, è una rendita per il Comune proprietario e gestore che introita soldi da chi conferisce, come ad esempio i Comuni limitrofi. Ma dal 2003 ,per legge, lo stesso Comune avrebbe dovuto accantonare una parte di quei proventi per andare , raggiunta la saturazione,a gestire il post mortem. Gubbio non lo ha fatto, i primi accantonamenti risalgono agli ultimi due anni e sono di 250 mila euro circa.
Gubbio/Gualdo Tadino
19/11/2018 13:10
Redazione