Gubbio: cura dell’ictus, mortalità ridotta con il centro specialistico

Riduzione del 20% dei casi di mortalità. E' questo il risultato che verrà conseguito in seguito all'apertura di un centro per la cura dell'ictus cerebrale presso l'ospedale comprensoriale di Branca. E' quanto affermato dal dottor Stefano Ricci, da qualche settimana nuovo primario aziendale del reparto di Neurologia dell'Asl 1. "Con un centro specializzato - ha affermato Ricci - ci sarebbero molte più probabilità che un soggetto affetto da questo tipo di malattia possa tornare ad una vita normale. Quello che conforta - ha aggiunto - è che anche qui, come peraltro a Città di Castello, non si parte da zero, visto che da tempo sono già state effettuate delle consulenze e si è instaurata un'ottima collaborazione con tutto il personale". Una popolazione, quella del comprensorio eugubino-gualdese, che rappresenta una delle più inclini, vista l'età media molto alta, a contrarre questa malattia. "In Umbria ci sono 250 casi ogni 100mila abitanti, e questa zona è una delle più colpite - ha spiegato ancora il dottor Ricci - C'è bisogno per la cura di infermieri che eseguono soltanto quel lavoro specifico di e medici che prevalentemente si occupano di questo. Con il centro funzionante inoltre - ha detto - potranno essere adottate delle terapie innovative che possono ridurre del 20% sia la mortalità che i casi di persone che rimangono disabili". Ma il neurologo dell'Asl 1 non si occuperà soltanto di ictus; si lavorerà infatti anche per la cura della demenza, considerata l'epidemia del terzo millennio. "Più ci si invecchia e più è normale che aumentino i casi di Alzheimer o di demenza vascolare - ha sottolineato il nuovo primario - In questo caso è necessario unire una terapia medica ad una capacità assistenziale, attraverso per esempio frequenti soccorsi alle famiglie con malati in casa. Così facendo - ha concluso - sarebbe più facile almeno rallentare l'evoluzione della malattia".