Giovedì 17 aprile alle ore 18.00, sarà inaugurata nella libreria ‘Fotolibri’, in corso Garibaldi n.45, la mostra di pittura di Augusto Ruggia, La struttura della leggerezza. La mostra ha avuto il patrocinio del Comune di Gubbio, di Gubbio Cultura – Multiservizi, dell’Associazione Centro Sociale San Pietro e dell’Università della terza età – Sezione di Gubbio. Le opere presenti nella mostra tracciano il percorso di una raffinata ricerca che Ruggia sta portando avanti e che in opere quali ‘Autunno’, ‘Pausa’, ‘Confronto’, ‘Equilibrio 1’e ‘Girotondo’ sembra aver centrato quell’esigenza di espressione interiore cara all’autore. La struttura della leggerezza incarna forme intuitive e una comprensione abile del colore e della composizione. Il lavoro dell’autore, ingegnere per formazione e professione, suggerisce che i principi di struttura, equilibrio e innovazione non sono vincolati solo ai progetti, ma si estendono al regno sconfinato dell'immaginazione artistica. Le composizioni di Ruggia in tecnica mista sono una costruzione poetica dello spazio, una visione interiore di esso e della vita. Lo stretto connubio che arte e vita devono tessere, concetto che caratterizza l’arte occidentale dalle avanguardie in poi, è presente in lui in quel gioco di rimandi che, con leggerezza, rimbalza tra la sua opera e la sua vita ed è il messaggio profondo che l’artista ci consegna. Nelle composizioni caleidoscopiche è presente armonia e dissonanza, dinamismo e staticità, indagando, in tal modo, le possibilità di trasformazione del colore, della forma e del movimento, in una relazione di confronti, contrapposizioni e pacificazioni. Dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo, nel tempo della storia, nello spazio delle nostre città con mille centri, trovarsi con Augusto Ruggia equivale ad avere una visione di una diversità complessa da gestire, del suo lavoro vastissimo e di un umorismo e di un’ironia intraducibili. Queste meditazioni su forma e colore riflettono una mente che comprende e decostruisce, un approccio radicato nei meccanismi dell'ingegneria. Per smantellare un sistema, bisogna prima comprenderlo e gli ingegneri possiedono questa capacità: decodificano la complessità, trasformando la conoscenza in possibilità. Forse Ruggia rimane un ingegnere, ma ora progetta l'intangibile: spazio, percezione e immaginazione. La mostra - arricchita da un contributo critico scritto da Brendan Fox, storico dell’arte, curatore e artista irlandese residente a Dublino - è curata dagli storici dell’arte Antonina Ducci e Domenico Bilà, entrambi di Cori, paese di origine dello stesso Ruggia. La grafica è stata curata da Ivo Fanella L’esposizione rimarrà aperta al pubblico fino al 31 maggio.

Gubbio/Gualdo Tadino
07/04/2025 10:55
Redazione