Il 6 novembre 2020 il Covid aveva imposto la sua chiusura, come quella di tutti i musei, ora allentata la morsa del contagio è tempo di ripartire. Porte aperte da ieri a Palazzo Ducale a Gubbio, la residenza rinascimentale voluta da Federico da Montefeltro, gioiello della parte alta della città, che nel giorno di ritorno alla fruzione ha accolto i primi turisti già dalle 10 della mattina. Sono di Genova, trascorreranno quattro giorni in Umbria, soggiornando a Montone. A Gubbio sono venuti perchè già una prima volta l'avevano visitata 20 anni fa ricordandola bellissima. La realtà non tradisce il ricordo, Palazzo Ducale, dicono, è piacevole e molto ben tenuto, peccato che Palazzo dei Consoli sia chiuso. E' un complesso che si rimette in moto quello del Palazzo Ducale, sebbene non abbia mai smesso di fare attività anche con le porte chiuse : nel cortile i restauratori sono al lavoro sulla pietra arenaria, nel salone grande si terminano le pulizie di primavera con lo smontaggio delle tende mentre al piano nobile si sistemano i dettagli delle due mostre già allestite ma ora finalmente visitabili. La progettazione, spiega la direttrice Paola Mercurelli Salari, non è mai venuita meno anche nei mesi di chiusura. Lo dimostra il fatto che Soprintendenza e Comune di Gubbio hanno lavorato a stretto giro per candidare la città, insieme a quella di Urbino, per le celebrazioni dei 600 anni dalla nascita di Federico da Montefeltro avvenuta nel 1422. La richiesta al Parlamento è quella di ottenere una legge speciale che assegni rilevanza e risorse a questo evento e celebri con adeguatezza uno dei personaggi più complessi e poliedrici della storia rinascimentale italiana. Nei giorni in cui si discute sulla possibile eliminazione del coprifuoco o il suo spostamento alle ore 23, Palazzo Ducale segue con attenzione in dibattito: qui sono già in programma per l'estate concerti ed appuntamenti serali all'aperto che richiedono un orario più flessibile. Quello che tuttavia preoccupa più è la prenotazione obbligatatoria nel fine settimana:"Un provvedimento - spiega la direttrice Mercurelli Salari - che può avere un senso in grandi musei, dagli Uffizi ai Vaticani, ma che in queste realtà rischia solo di far perdere ingressi."