Si chiama Victor, ha 53 anni, è sposato ed ha due figli; in Ecuador, da dove è partito nel 2002 alla volta dell’Italia per quelle che chiama “migliori opportunità”, faceva il poliziotto. Oggi è su un letto d’ospedale, a Gubbio, dopo essere volato mercoledì mattina da uno dei piani alti di un’impalcatura in via Carlo Marx mentre aiutava un collega a stendere un telone per riparare il cantiere dalla pioggia battente. Ha traumi in tutto il corpo, a livello cervicale, alla gambe, al braccio e diversi punti di sutura sulla testa; si agita nel letto per i dolori alla schiena mentre lo incontriamo per farci raccontare la sua storia. E’ un irregolare, non ha permesso di soggiorno e dal 2002 cerca di sopravvivere come può, trovando impiego prima a Perugia e poi ad Umbertide. Ha fatto di tutto per sbarcare il lunario e mandare in Ecuador, alla moglie, ai figli, alla madre, una parte di quello che riesce a guadagnare: dai lavori agricoli, all’operaio edile, impiego che gli è quasi costato la vita. Non ha un contratto, racconta, nessuna copertura assicurativa e percepisce una paga irrisoria di poche centinaia di euro che debbono servire anche per mantenere la nipote Evelyn che vive con lui. La ragazzina, timida e spaventata, gli sta accanto anche in ospedale; dice di avere 18 anni ben nascosti dietro un viso ancora da bambina. Per lei, che possiede passaporto spagnolo, non dovrebbero esserci difficoltà per restare in Italia; per Victor la strada è più difficile, ma non impossibile. Per sei mesi godrà di un permesso legato alle sue condizioni di salute, dopodiché non è peregrina l’ipotesi che possa ottenere un permesso stabile come collaboratore se le autorità giudiziarie riterranno la sua testimonianza, resa ai Carabinieri della Compagnia di Gubbio, valida per agire nei confronti dell’imprenditore. Per il momento il suo caso è seguito dalla Cgil tramite un proprio avvocato che nei prossimi giorni studierà le carte in attesa che lunedì venga informata la Procura della testimonianza resa dall’uomo. Sviluppi delle indagini sono attesi anche sul territorio umbertidese, a Montecastelli, dove l’uomo era domiciliato.