Un intervento innovativo è stato recentemente eseguito nell'ospedale di Perugia, si tratta di un trapianto di cellule staminali autologhe per il trattamento del lichen sclerosus vulvare, una malattia dermatologica autoimmune, cronica e debilitante che colpisce la zona genitale femminile. L'intervento è stato realizzato dall'equipe della clinica ostetrica e ginecologica, sotto la direzione del professor Sandro Gerli, con la collaborazione delle dottoresse Gabriela Baiocchi, Maria Cristina Spataru e Laura Marchesini, medico anestesista della struttura di Anestesia e Rianimazione, diretta dal prof. Edoardo De Robertis. "Le pazienti coinvolte avevano provato tutte le terapie convenzionali - spiega il prof. Sandro Gerli in una nota dell'azienda ospedaliera - tra cui il trattamento cortisonico, ma senza successo. La soluzione che abbiamo proposto rappresenta una vera e propria rivoluzione nel trattamento della malattia. Si tratta esattamente del trapianto di cellule staminali autologhe prelevate dal grasso addominale, poi processate e reimpiantate nell'area vulvare. Questo trattamento, che si inserisce nel campo della medicina rigenerativa, ha lo scopo di rinnovare il tessuto vulvare danneggiato, creando una nuova e sana barriera contro la malattia. L'intervento si è svolto in tre fasi: l'espianto del grasso, il processo di filtraggio per isolare le cellule staminali e i fattori di crescita, e il reimpianto del materiale rigenerativo nell'area vulvare. Entro 60-90 giorni, le cellule staminali trapiantate sostituiranno il tessuto malato con un nuovo tessuto sano, ripristinando la funzionalità e il benessere delle pazienti. Nonostante la delicatezza della procedura, - conclude - l'intervento è durato circa un'ora per ciascuna paziente e si è concluso senza alcuna complicazione. Le pazienti sono state dimesse il giorno seguente". Questo intervento segna un passo significativo per la medicina rigenerativa in ginecologia, sottolinea l'azienda ospedaliera.