In occasione della decima edizione della Settimana della donna (22 - 30 aprile) (H) Open Week promossa dalla Fondazione Onda, l'Azienda ospedaliera di Perugia, che aderisce al network Bollini Rosa, presenta il video animato dal titolo "C'è vita oltre la malattia", un'iniziativa di sensibilizzazione dedicata al delicato tema della preservazione della fertilità nelle pazienti oncologiche. Racconta la fiaba di Sara, una giovane donna con tanti sogni, tra cui quello di diventare madre. Quando una diagnosi di cancro cambia improvvisamente il corso della sua vita, scopre che esiste una possibilità per non rinunciare alla maternità: la preservazione della fertilità. "La diagnosi di tumore è un evento traumatico, specialmente per le giovani donne che si trovano improvvisamente a dover affrontare, oltre alla malattia, anche la paura di non poter più diventare madri" afferma il prof. Sandro Gerli, direttore del Centro di Procreazione Medicalmente Assistita dell'Ospedale di Perugia in una nota del Santa Maria della Misericordia. "Grazie alle attuali tecniche di crioconservazione ovocitaria, che pratichiamo nel nostro centro situato presso l'ospedale di Pantalla - aggiunge -, è oggi possibile offrire una concreta speranza di maternità futura a queste pazienti. Secondo le stime 2023 dell'Associazione italiana di oncologia medica, in Italia si registrano circa 395.000 nuovi casi di tumore all'anno (208.000 tra gli uomini e 187.000 tra le donne). I tumori più comuni nelle donne sono il carcinoma mammario, il tumore del polmone e il carcinoma del colon-retto ma anche leucemie e linfomi che molto spesso colpiscono in giovane età. I trattamenti oncologici, che spesso includono chemio e radioterapia, possono compromettere la fertilità, con ripercussioni non solo fisiche ma anche psicologiche e sociali. Per questo la discussione degli aspetti legati alla preservazione della fertilità deve essere parte integrante della valutazione specialistica e del colloquio medico-paziente, non solo nell'ambito dell'ematologia e oncologia ma anche della Ginecologia. La procedura sanitaria è semplice - spiega Gerli - il prelievo ovocitario viene eseguito per via transvaginale sotto guida ecografica, in sedazione e in regime ambulatoriale chirurgico. Dopo circa due ore di osservazione, la paziente può rientrare a casa. Gli ovociti prelevati e giudicati idonei vengono crioconservati mediante vitrificazione in azoto liquido a -197 gradi centigradi, con possibilità di utilizzo futuro. Le terapie oncologiche possono iniziare già il giorno successivo al prelievo. Quando la paziente sarà pronta per affrontare una gravidanza, gli ovociti verranno scongelati e fecondati mediante la tecnica iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo". Il servizio è attivo presso il Centro di Procreazione Medicalmente Assistita dell'Azienda Ospedaliera di Perugia, con sede presso l'Ospedale di Pantalla. Telefono: 075 8880973 - Email: cpma@ospedale.perugia.it.