Ripartire dopo il Covid, ma come? S'interroga su questo la Chiesa italiana che, nel percorso sinodale che accompagnerà le 228 diocesi italiane al grande Giubileo del 2025, celebra su tutto il territorio nazionale le assemble ecclesiali con l'Umbria chiamata all'appuntamento per sabato 28 maggio, a partire dalle ore 9 e per l'intera giornata, presso la chiesa di San Paolo Apostolo a Foligno. 25 delegati per ogni diocesi, comprensivi di laici e religiosi con un ruolo particolare assegnato alle famiglie, si confronteranno sul tema della ripresa post pandemia, con l'apertura affidata all'arcivescovo di Modena e vice presidente della Cei monsignor Erio Castellucci . Il metodo è quello dell'ascolto, capire dove sta andando la società, scattare una fotografia e da lì trovare gli strumenti per ripartire. In attesa del 28 maggio, la fase di ascolto promosso dalla Conferenza episcopale umbra, guidata da monsignor Renato Boccardo, è partita dal mondo della stampa con un incontro rivolto a tutti i direttori di testate giornalistiche umbre che si è tenuto proprio a Foligno.
Nel dibattito sono emersi i grandi temi di questa società umbra che i giornalisti quotidianamente si trovano ad affrontare, dall'impoverimento progressivo delle famiglie, la desertificazione del tessuto produttivo, la non facile convivenza con il mondo degli immigrati, la preoccupante escalation del disagio giovanile . Temi che la Chiesa intercetta quotidianamente con le Caritas e i centri di ascolto, ampliati e potenziati proprio per far fronte ad una crescente richiesta, ma con uno sforzo che non è facile sostenere. Diminuiscono infatti i laici che si avvicinano alla Chiesa, calano le vocazioni ( solo undici gli attuali seminaristi in Umbria ) , si accorpano parrocchie e anche le diocesi stanno vivendo un momento di riordino. L'ultimo in ordine di tempo quello che ha visto la nomina di monsignor Paolucci Bedini al seggio vescovile di Città di Castello oltre a quello di Gubbio.
Convenuto nel corso dell'incontro che solo un patto di leale collaborazione tra la Chiesa e la stampa, entrambe sentinelle ogni giorno nel loro lavoro di quanto accade nella quotidianità, di accadimenti e movimenti in atto, può aiutare a costruire un'informazione che non sia solo documentazione del fatto, ma anche comprensione dello stesso, che assurga al ruolo di valido strumento di analisi da cui partire perchè le istituzioni poi possano trovare soluzioni. " Capire i fenomeni prima di agire - ha detto monsignor Paolucci Bedini - resta il compito primo che la Chiesa assegna a se stessa e a chi ne racconta l'operato".
(ndr. Immagini e interviste nel tg di TRG canale 11 stasera ore 19.30, 19.50, 20.30, 20.50 )
Gubbio/Gualdo Tadino
20/05/2022 17:02
Redazione