Proseguono e si moltiplicano in città i gesti di solidarietà in questa delicata fase di emergenza sanitaria. Questa volta a rendersi protagonista è stata la Comunità Islamica Gualdese, che in questa Pandemia ha voluto dare il proprio contributo elargendo una donazione che sarà destinata all’acquisto di un macchinario per l’ospedale di Branca. Anche la Comunità Islamica Gualdese, quindi, ha voluto fare la propria parte in questa fase di emergenza legata al Covid-19, mostrando un senso di grande solidarietà e integrazione, attraverso la donazione, ed anche di grande responsabilità, rispettando le regole in vigore in questo momento, visto che non ha festeggiato lo scorso sabato 22 maggio l’importantissima celebrazione del “Id Al-Fitr”, ossia la 'festa della interruzione' per la fine di un lungo periodo di digiuno legato al mese lunare di Ramadan. L’Amministrazione Comunale, con il sindaco Massimiliano Presciutti e con l’Assessore al Welfare Barbara Bucari, ha poi consegnato sabato 22 maggio presso la Sala Consiliare alla Comunità Islamica Gualdese un attestato di ringraziamento per la vicinanza dimostrata e la donazione effettuata al Comune nel corso dell’emergenza Coronavirus. “Come comunità Islamica e cittadini del territorio Gualdese – ha dichiarato Khirat Hedi, Segretario del Centro Culturale Islamico - abbiamo sentito il dovere di dare una mano alla nostra città come hanno già fatto altre associazioni, in quanto ci sentiamo parte integrante del tessuto gualdese. Vogliamo essere vicini a tutte le famiglie colpite della pandemia, di conseguenza ci siamo impegnati da subito a raccogliere questi aiuti, malgrado non siano molti. Per noi è una grande valenza da un punto di vista umano e sopratutto spirituale, in quanto la nostra fede ci impone. La solidarietà sopratutto in questa situazione di emergenza avrà sempre un valore principale nella nostra vita quotidiana. Finita questa pandemia, vogliamo essere partecipi visto che lo siamo a livello economico, culturale, sociale anche politico per sostenere il nostro territorio. Noi come comunità siamo convinti che la differenza tra esseri umani non si fa attraverso la provenienza oppure il colore della pelle, ma avviene attraverso il contributo che da l'individuo al suo territorio”.