La Regione Umbria ha aderito alla campagna di sensibilizzazione sulla guerra "R1pud1a", promossa da Emergency. Già sostenuta da 450 Comuni italiani e 700 scuole, punta a riaffermare quanto scritto nell'articolo 11 della Costituzione italiana, secondo cui l'Italia ripudia la guerra. "Questo vuole essere un nuovo segnale, l'Umbria è la prima Regione che aderisce": lo ha sottolineato l'assessore regionale Fabio Barcaioli, che ha la delega alla pace, in occasione dell'ufficializzazione dell'adesione durante un incontro a palazzo Donini, a Perugia. Al tavolo anche esponenti di Emergency, la direttrice della comunicazione Simonetta Gola e la volontaria del gruppo Perugia Simonetta Lumediluna. Nell'occasione anche il Comune di Perugia, presente con la sindaca Vittoria Ferdinandi e la consigliera con delega alla Pace, Lucia Maddoli, ha annunciato la propria adesione. "Siamo felici di annunciare che domattina in quarta commissione si apre anche in consiglio comunale l'iter che ci porterà, speriamo in tempi rapidi alla promozione della campagna R1pud1a", ha detto Maddoli. Per la sindaca Ferdinandi, che nel suo intervento ha citato più volte Aldo Capitini, serve "che Comuni e Regioni diventino protagonisti attivi per portare nelle città la costruzione di una massa critica che cerchi stoppare questo processo di normalizzazione della guerra in un mondo segnato da più di 54 conflitti". La sindaca ha detto che "con la striscia di Gaza in cui stiamo assistendo a un vero e proprio genocidio e massacro delle vittime, c'è bisogno che le città prendano un protagonismo assoluto e per questo insieme a Emergency, che tocca la carne viva di ciò che porta la guerra, vogliamo dire con forza che Perugia e l'Umbria ripudiamo la guerra". Soddisfazione per l'adesione della Regione è stata espressa da Simonetta Gola, secondo cui "partire dall'Umbria per noi di Emergency aveva un senso e un significato molto forte". Gola nel suo intervento ha parlato dello "spreco di vite umane e della grandissima sofferenza dei civili, che non ha giustificazione". Ha poi posto l'attenzione sul tema della spesa militare e del riarmo "che viene presentato come unica via di uscita, però ce ne sono altre, come la via del negoziato".